CASE: il Public Program di We Will Design 2024

di Erica Petrillo
Curator-in-residence 2023—24

Come ogni fenomeno sociale, la nascita del programma pubblico CASE si può ricondurre ad una causa occasionale, precisa e contestuale, così come a delle ragioni più antiche e macroscopiche. La causa occasionale è l’onda di dissenso che ha investito Milano negli ultimi mesi in risposta al problema del caro affitti e che ha trovato la sua manifestazione più lampante nella primavera del 2023 con la “protesta delle tende” in Piazza Leonardo di fronte al Politecnico di Milano. Le cause più profonde invece hanno a che fare con un più ampio malessere planetario: un enorme interrogativo ontologico che riguarda la vera e propria possibilità di coesistenza in un contesto complesso, iper-globalizzato, in cui l’apparente fallimento della promessa del multiculturalismo ci ha lasciati in un limbo precario, senza certezze né appigli.

Come costruire delle nuove basi per una coesistenza (planetaria e locale) basata sulla convivialità, intesa come bisogno collettivo basato sul mutualismo, la cura reciproca e la solidarietà? A quali strategie spaziali possiamo guardare per testare nuove forme di coabitazione civica e modalità di esistenza alternative?

Attraverso una serie di tre appuntamenti mensili, CASE si propone di creare occasioni di confronto critico e di dialogo rispetto a questi temi, tanto urgenti quanto trasversali rispetto a classe e geografia di appartenenza, generando così una conversazione polifonica che sfocerà nel programma della Design Week 2024.

CASE non affronta il tema dell’emergenza abitativa in maniera diretta. Al contrario, lo fa in maniera trasversale, guardando a realtà tra loro molto diverse che, attraverso pratiche spaziali sperimentali, esperienze di pedagogia alternativa, forme di attivismo politico-artistico sperimentano modalità alternative di mutualismo e solidarietà.

Il primo capitolo (31 gennaio 2024) vedrà protagonista la ricercatrice e attivista turca Pelin Tan, che da anni studia infrastrutture di coabitazione temporanea (ad esempio campi profughi o rifugi per comunità colpite da sismi) non come “zone franche”, liminali e senza regole, ma piuttosto come modelli virtuosi di “commons”.

Il secondo capitolo (28 febbraio 2024) vedrà una conversazione tra Rosario Talevi, architetta, editrice, curatrice ed educatrice specializzata in pedagogie trasformative, ed il collettivo forty five degrees (Berta Gutierrez e Alkistis Thomidou), impegnato ad individuare casi-studio che testimoniano l’esistenza di comunità alternative lungo il 45º parallelo nord in Europa.

Infine, il terzo capitolo (15 marzo 2024) si materializzerà sotto forma di un workshop di costruzione guidato dall’architetta e ricercatrice Francesca Gotti, esperta in pratiche di autoproduzione spaziale e gestione condivisa.

Seguendo un ideale percorso che, da una prospettiva macroscopica e planetaria (Pelin Tan), si immerge in una dimensione più strettamente legata a Milano (Francesca Gotti), passando per una scala di media lunghezza europea (Rosario Talevi e forty five degrees), CASE vuole offrire degli spunti e delle prospettive che, se non esaustive, potranno almeno ispirare e nutrire il terreno dell’immaginazione.

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