Intermission

di BASE Milano
movimento
performance

Venire a BASE facendo parkour, o meglio, La moltitudine è costituita da traceur, frisbeesti e partecipanti preparati all’intervento attraverso una fase di workshop. Gli strumenti utilizzati sono dei piatti da percussione trascinati a terra mediante l’uso di corde e degli speaker bluetooth. L’organizzazione del suono, per fasce e durate, s’intreccia all’articolazione dei corpi nello spazio urbano, divenendo una moltitudine in deriva e producendo una sospensione della vita funzionale della città in favore di una partecipazione attiva e contemplativa della realtà.

La performance non è uno spettacolo. La sua forma è quella di un reticolo che cambia forma a seconda delle scelte dei singoli gruppi agenti. Avviene in più luoghi contemporaneamente. Tende sia alla condensazione e alla stabilizzazione in un luogo che alla dispersione in più traiettorie o linee di fuga. La pratica è capace di piegarsi alle abilità del gruppo e di assumere di volta in volta, di ambiente in ambiente, forma e intensità d’intervento del tutto singolari.

ONCE MORE

di BASE Milano
musica
performance

ONCE MORE è una performance che si sviluppa nella relazione fra due soggetti, in un continuo confronto senza freni. Un display concertistico dove corpo, suono e parola sono assunti come elementi imprevedibili della composizione. Sullo stesso piano luce, buio e immagine si stratificano come partitura ritmica in un vortice circolare in cui anche ciò che il corpo produce si sottrae, in favore di un unico movimento performativo. L’occhio imperscrutabile della macchina fotografica, nella sua meccanica soggettività, registra i contorni di ciò che accade, ridefinendone la percezione. ONCE MORE è caos, estasi e libertà.

 

Métron Extended

di BASE Milano
musica
performance

All’incrocio tra una sessione di allenamento e un concerto, la performance Métron Extended si concentra sulla relazione tra azione fisica, ambiente e suono: da una parte un algoritmo di sintesi vocale, dall’altra una voce umana guidano performer e pubblico in un esercizio percettivo che intreccia la visione all’ascolto e alla memoria.

L’Âge d’Or

di BASE Milano
performance

In L’Âge d’Or, Igor Cardellini e Tomas Gonzalez propongono di mettere in discussione i fondamenti del nostro tempo attraverso visite guidate. Banche, uffici amministrativi, centri commerciali: l spettator ne fruiscono nel modo in cui l turist passeggiano tra i siti archeologici. Questi spazi funzionali sono quasi invisibili nelle città. Sfuggono alla nostra attenzione nella vita di tutti i giorni e raramente vengono presi come oggetto di attenzione. Eppure le forze che plasmano il nostro mondo contemporaneo attraversano questi luoghi che sono al centro della globalizzazione. 

Sulla base dell’architettura di questi edifici onnipresenti – che si possono trovare in qualsiasi città – le visite formano una trilogia archeologica per il tempo presente. Il pubblico è invitato a percorrere questi spazi di consumo, capitale e lavoro salariato.

I percorsi che tracciamo attraversano i molteplici strati dei siti, il modo in cui agiscono su di noi e ciò che rivelano dell’organizzazione delle nostre società occidentali post-industriali. Particolare attenzione è rivolta al rapporto tra il locale e il globale così come alle diverse temporalità che sono scritte sui loro muri. 

A FAROUT Live Arts Festival 2023, L’Âge d’Or vi guiderà attraverso il sito di City Life Shopping District.

The chance to find yourself

di BASE Milano
performance
teatro

Un giocoso sguardo teatrale dietro il sipario di un’amicizia con molti alti e bassi: The Chance to Find Yourself è nato dalla genuina curiosità di due teatranti di comprendersi al meglio. Benno Steinegger e Jovial Mbenga provengono da ambienti culturali ed economici diversi: l’Italia e il Congo. Oggi, entrambi vivono e lavorano a Bruxelles.

Il progetto è iniziato come un adattamento teatrale del racconto Cuore di tenebra di Joseph Conrad, ma è presto diventato uno spettacolo sull’incontro tra due persone, le loro differenze e le loro similitudini. I due artisti si sono confrontati con i loro rispettivi limiti, le loro ignoranze, toccando il comportamento discriminatorio latente e i numerosi pensieri (in)consci che influenzano la loro vita quotidiana. Alla fine, il processo stesso è diventato il risultato: un giocoso sguardo teatrale dietro il sipario di un’amicizia e di una collaborazione con molti alti e bassi. Quanto possiamo davvero avvicinarci all’altro? Che ruolo ha la nostra percezione in tutto questo? Steinegger e Mbenga affrontano queste domande con umorismo audace e immaginazione astratta. 

La scuola ha riaperto come dopo una nevicata. Pandemia, classe e inefficienza strategica

di BASE Milano
NERO Editions
performance

La scuola ha riaperto come dopo una nevicata nasce dentro le assemblee organizzate con la riapertura delle scuole al termine dell’emergenza Covid-19, per dare voce all studenti che difficilmente hanno avuto spazio di parola durante il periodo pandemico. Portando avanti la sua pratica di autoinchiesta visiva, Sara Leghissa, in complicità con Marzia Dalfini e Maddalena Fragnito, ha incontrato l student di diverse scuole, aprendo spazi di ascolto e confronto a partire da cui sono stati prodotti manifesti affissi in alcune città e spazi complici in giro per l’Italia.

Questo nuovo libro è piuttosto uno strumento di riflessione: un racconto dei lunghi mesi in cui le scuole sono rimaste chiuse e un’inchiesta sullo stato di salute della scuola stessa e dei corpi che ogni giorno la attraversano. Il testo di Maddalena Fragnito restituisce la coralità delle riflessioni emerse negli incontri con l student incorporandone le voci e indagando questioni quali il rapporto tra tecnologie e corpo, la salute psicofisica, il sistema di valutazione scolastica, le occupazioni e il ritorno a scuola dopo l’emergenza, la repressione che l minori hanno subìto appena uscit di casa.

In risposta all’indifferenza strategica di un paese che vive il progressivo smantellamento della scuola pubblica e del servizio pubblico in generale, La scuola ha riaperto come dopo una nevicata è una rivendicazione della possibilità di immaginare dall’interno una scuola diversa, «in un orizzonte politico, sociale ed ecologico più gioioso e combattivo della rappresentazione materiale della rovina del sistema pubblico dell’istruzione, delle estetiche e politiche da fine del mondo che si propagano in modo pervasivo ormai ovunque».

Prima di diventare una pubblicazione, La scuola ha riaperto come dopo una nevicata è un progetto artistico commissionato dalla Fondazione Il Lazzaretto di Milano nel 2020. I manifesti sono stati affissi per le strade di Milano, Savona, Recanati, Prato, Empoli, Civitanova Marche e Roma; e negli spazi del Centro Pecci di Prato, della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino e dello Spazio Pubblico Autogestito Leoncavallo di Milano, in occasione del festival CONTATTO – Pratiche di resistenza e liberazione per la salute mentale e oltre, a cura della Brigata Basaglia.

PRESENTANO IL LIBRO MADDALENA FRAGNITO E SARA LEGHISSA

Manicula

di BASE Milano
movimento
performance

Manicula è un progetto di Enrico Malatesta e Chiara Pavolucci. Si manifesta con un format di condivisione che, attraverso il camminare, unisce pratiche legate alla performance sonora, alla narrazione visiva e diaristica e alla produzione di scores performative. Manicula offre una serie di output che emergono dall’incontro con il territorio ospitante: mappature e camminamenti, istruzioni per generare pratiche performative, esperienze di ascolto e osservazione, nuove narrazioni visive e testi.

L’intento è di proporre il corpo in ascolto come risorsa aperta e continuamente accessibile per rinnovare il valore intimo delle relazioni con ciò che ci circonda e ridefinire i concetti di abitabilità, familiarità e relazione con un territorio. Le potenzialità sonore e visive degli spazi e della porzione di territorio presi in considerazione durante la residenza a BASE verranno condivisi attraverso la presentazione del materiale prodotto e un momento in cammino in cui attuare pratiche di ascolto e osservazione autonome sfruttando la capacità di risposta dinamica dell’ambiente.

Nel contesto di FAROUT Live Arts Festival, Manicula si completa con una performance sonora di Enrico Malatesta, un’azione volta a fare risaltare le reciprocità tra il corpo e i fenomeni acustici, il cui intento è offrire al pubblico un’esperienza d’ascolto immediata per ridefinire le modalità con cui intercettiamo le presenze sonore e le loro trasformazioni nel tempo e nello spazio.

DE LOS MUERTOS a Milano

di BASE Milano
performance

“Una ragazza indossa le scarpe della sua migliore amica defunta, per far sì che continui a camminare nel mondo”.

Ci sono alcuni gesti, oggetti, pensieri, azioni concrete che collegano il mondo dei vivi a quello dei morti: prendendo spunto dalla convivenza collaborativa tra vivi e morti che esisteva nel culto latino dei Lari – e che esiste ancora a Oaxaca in Messico come a Napoli – il lavoro di ZimmerFrei unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo, portando in scena alcune azioni che legano i vivi a quelle persone scomparse che sono ancora in attività nel presente. DE LOS MUERTOS raccoglie la proposta della filosofa belga Vinciane Despret nel far fronte a quei morti che non se ne vanno: invece che scacciarli li possiamo adottare.

“Ogni anno una donna fuma una sigaretta nel giorno dell’anniversario della morte della madre.
Potremmo dire che è la madre che fuma una Merit attraverso di lei, non fumatrice.”

La performance di ZimmerFrei è stata concepita grazie all’apporto di diversi artisti: l’artista visiva Lia Bo Fisher, la performer Maria Caterina Frani, il videoartista Davide Pepe, il light designer Fabio Sajiz, il musicista Massimo Carozzi e la regista Anna de Manincor.

AND THE COLORED GIRLS SAY: DOO DA DOO DA DOO DA DOO

di BASE Milano
musica
performance

And The Colored Girls Say: Doo Da Doo Da Doo Da Doo è un’indagine coreografica sul margine scenico come metafora del margine sociale.

Mettendo in scena l’anonimato delle coriste background nella cultura pop musicale americana, si delinea come un chiaroscuro di corpi e di voci all’ombra della ribalta. È un concerto di voci non in capitolo, di seconde voci, comparse e sfondi. È uno show senza la star, è quello che sta attorno all’oggetto messo a fuoco in un’immagine, è il bianco attorno alle parole scritte. È tutto quello che sta oltre una linea di margine e a cui non è dato entrare nella luminosa zona delle luci della ribalta.

È necessaria un’intenzione precisa per distinguere i cori delle cantanti background di una canzone e isolarli dalla voce principale, così come per notare gli sfondi e tutto ciò che sta attorno ad un oggetto posto al centro e su cui si rivolge la nostra attenzione. È indispensabile attivare quella che l’architetto Juhani Pallasmaa chiama visione periferica, abilità naturale di ciascuno di noi, impigrita però da una secolare educazione alla vista prospettica indirizzata verso un centro-punto di fuga egemonico a cui viene diretta la nostra attenzione. È questa visione periferica che ci fa notare il margine, dove si coltiva il proprio orizzonte nel limite circoscritto di piccoli movimenti e ritmi stabiliti, dove si rimane elementi secondari, controparte di altri protagonisti, accessorio, periferia. È in quel margine che vive un’umanità generativa.

And The Colored Girls Say: Doo Da Doo Da Doo Da Doo (da Walking on the wild side di Lou Reed) è una dichiarazione d’amore verso tutto questo. È un “Elogio del margine” (b.h.)

LE CIRQUE ASTÉROÏDE

di BASE Milano
musica
performance
Le cirque astéroïde è uno spettacolo di 30 minuti in un camion rimorchio.
Rivela 5 artisti con atti di parole, tamburi, ottoni e danze per una costellazione di festeggiamenti.
“Durante il lockdown della primavera 2020, mi sono trovata di fronte a un cantiere dove gli operai stavano caricando del materiale su un camion il cui enorme telone rosso si apriva come un sipario. Questo è stato lo stimolo per scrivere Le cirque astéroïde. Dopo questo periodo ho voluto esibirmi in strada e il semirimorchio è diventato per me un paesaggio scenico, un luogo di poesia mobile”.
Le cirque astéroïde fa parte di una serie di diversi pezzi coreografici che esplorano l’immaginario della festa, le dinamiche di intrattenimento e i trucchi teatrali.

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