Whatever I am / let it be seen — Giorgia Ohanesian Nardin
in residenza a BASE

In residenza a 2024-07-15

Whatever I am / let it be seen è la traduzione dal Turco di una preghiera che viene tradizionalmente recitata prima di iniziare la lettura dei fondi del caffè. Mi sento chiamata a rimanere sulla divinazione come pratica emersiva, è qui che trovo infinite similitudini con la pratica del danzare. Entrambe hanno a che fare con la permissività, con la percezione sottile, con un fetish per i cambi di energia, nel modo in cui le cose si muovono e vengo mosse. Entrambe hanno a che fare con una relazione ancestrale, con i suggerimenti che porta l’essere qui, la sofisticatezza di quel linguaggio. La mia relazione con la divinazione è quotidiana, forse dovrei dire pedestre, mi asterrei dal chiamarla una pratica. Percezione ed emersione una relazione stretta con la traduzione Mi sento attratta dal pensare alla poesia come preghiera, o come pratica del pregare. Alla danza come preghiera. Cosa accade quando danzare diventa pregare? Non intendo pregare strettamente in senso tradizionale/religioso, mi interessa pensare alla formulazione, poetica e somatica, come forme di magia. Sto pensando alla danza come a ciò che consente a tutte le altre cose di emergere.

Con Giorgia Ohanesian Nardin ci sarà anche F. De Isabella

 

Giorgia Ohanesian Nardin è artista italiana di discendenza Armena che pratica nei contesti della danza e della performance dal vivo.  Formatasi nella danza, il suo lavoro si manifesta in movimento video testo coreografia suono raduni e tratta della relazione tra danza, divinazione e scrittura; della geografia e dell’opposto di appartenere; del fetish per il linguaggio, le sue politiche e i suoi numerosi attriti.  Avvia la propria pratica artistica nel 2010 in collaborazione con Marco D’Agostin e Francesca Foscarini, con cui fonda l’Associazione Culturale VAN (2014).

PARTNER
Associazione Culturale VAN
CCA Glasgow