Whatever I am / let it be seen
Giorgia Ohanesian Nardin in residenza a BASE

In residenza dal 16 Giugno 2025

Un’elegia, una preghiera,
porta il tono della tragedia.
Un canto liturgico per tutto quello che sta tornando alla Terra, per essere trasformato.
Una comunanza con gli spiriti,
un modo elementare di stare nel corpo.
Whatever I am / let it be seen è la traduzione dal Turco di una preghiera che viene tradizionalmente recitata prima di iniziare la lettura dei fondi del caffè.

Quello che sto facendo è letterale. Ne sono felice.
Di fronte all’orrore posso solo essere letterale.
L’energia è una cosa letterale.

Stiamo disegnando una comunanza rituale,
un momento, una situazione.
In un momento in cui siamo chiamate a sentire più che mai il peso schiacciante di ciò che non può essere più, mi rivolgo al corpo e alla sua esperienza, ancorando una percezione sensibile e necessaria, trasformativa.

Voglio partire dalla danza come pratica inspiegabile, ingiustificabile, percepibile e vivibile e attraversabile, disegnarla come esperienza completa, forse antica.
Accordare spazio al sapere eccellente che è stare nel corpo, che non ha bisogno di essere contestualizzato, immaginando di liberarlo dal giogo stretto della relazione con la teoria, con il contesto, con la giustificazione.
Un funerale di tutte le cose che non possiamo più reggere.

 

credits

di Giorgia Ohanesian Nardin
con F. De Isabella, Giorgia Ohanesian Nardin, Lele Tori
danza Giorgia Ohanesian Nardin
testo Giulia Crispiani, Giorgia Ohanesian Nardin
collaborazione alla scrittura F. De Isabella, Lele Tori
sguardo e affiancamento al movimento Elena Giannotti
domande e affiancamento alla drammaturgia Jamila Johnson-Small
disegno e manifattura costumi Max Simonetto naturaviolenta
ambiente sonoro F. De Isabella
disegno luci Giulia Pastore, Elena Vastano
cura e realizzazione tecnica Elena Vastano
cura, management e produzione Giulia Traversi

ph. e video Roberta Segata Courtesy Centrale Fies

 

Giorgia Ohanesian Nardin è artista italiana di discendenza Armena che pratica nei contesti della danza e della performance dal vivo.
Formatasi nella danza, il suo lavoro si manifesta in movimento video testo coreografia suono raduni e tratta della relazione tra danza, divinazione e scrittura; della geografia e dell’opposto di appartenere; del fetish per il linguaggio, le sue politiche e i suoi numerosi attriti.

Formatasi nella danza classica per conseguire poi un BA presso la Northern School of Contemporary Dance (Leeds – UK), inizia a comporre nel 2010 assieme a Marco D’Agostin e Francesca Foscarini, con cui fonda l’Associazione Culturale VAN (2014).
Il suo lavoro All dressed up with nowhere to go è il n°1 dei lavori selezionati per il prestigioso network Aerowaves ‘15 e circuita intensamente a livello nazionale ed internazionale.
Giorgia è la prima artista Italiana selezionata per la residenza produttiva a K3 Zentrum fur Choreographie Hamburg, dove crea Season, quartetto sulla pornografia dello sguardo.

Nel ’16 è commissionata dal CSC di Bassano del Grappa (assieme a Yasmeen Godder, Yoko Higashino e Melanie Demers) per la creazione di un lavoro ispirato allo Stabat Mater di Vivaldi. Il lavoro vede coinvolte un gruppo di donne tra i 40-80 anni del gruppo Dance Well – movement research for Parkinson. Tra il ’15-17 è docente associata al Balletto di Roma, dove crea anche una versione de L’après-midi d’une faune per la compagnia. Nel 2017 crea Minor Place, performance partecipativa che parte dalla lettura di Calibano e La Strega – Le donne, il corpo e l’accumulazione originaria (Silvia Federici).

Dal 2018 tiene regolarmente Pleasure Body, spazio di facilitazione a pratiche legate al benessere e al riposo. Pleasure Body circuita da 7 anni a livello nazionale ed internazionale dalle istituzioni culturali ai musei, dalle università ai festival.
Giorgia è stata invitata a tenere Pleasure Body a, tra gli altri:
Università di Harvard, Siobhan Davies Studios, Saison Foundation Tokyo, Gropius Bau Berlin, Sophiensaele.

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