Performing Architecture è un festival diffuso, in Italia e in tutta Europa, che intreccia architettura e arti performative per trasformare lo spazio urbano insieme all su abitanti.
Nato dalla collaborazione tra BASE e DOPO?, questa iniziativa invita una nuova generazione di architett a esplorare l’architettura come pratica viva, capace di mettere in discussione le convenzioni e aprire nuovi scenari di interazione sociale.
Attraverso performance, installazioni e azioni pubbliche, il festival sperimenta modalità ibride di progettazione, in cui il corpo e lo spazio dialogano per riscrivere il modo in cui viviamo la città. Un processo multidisciplinare che non solo interseca architettura, cultura ed educazione, ma contribuisce a rendere la vita urbana più ricca, inclusiva e gioiosa.
Performing Architecture va a Concéntrico Festival con Lemonot e il collettivo O–SH
Concéntrico è un laboratorio di innovazione urbana che utilizza architettura e design per rafforzare la comunità e riutilizzare lo spazio pubblico.
Nato nel 2015 come Festival Internazionale di Architettura e Design a Logroño, in dieci anni ha realizzato oltre 150 interventi.

Lemonot + O-SH portano Ser Miento a Logroño e l’architettura performativa diventa internazionale
1.200 fasci di tralci di vite recuperati — i residui dell’inverno nei vigneti della Rioja — vengono reinventati come architettura. Una struttura morbida e curva prende forma dal legno, accogliendo abitanti e visitat^ con ombra, riparo e un tavolo comune sospeso appena sopra il livello della strada.
Sì: architettura su cui puoi grigliare.
A Berlino, Performing Architecture è una residenza d’artista all’interno di ZK/U – Center for Art and Urbanistics
ZK/U è un centro culturale interdisciplinare indipendente nato nel 2012 a Berlino Moabit. Connette ricerca artistica e innovazione sociale, esplorando le dinamiche urbane attraverso mostre, incontri e formati aperti alla cittadinanza. Ad oggi ha ospitato oltre 800 artist da tutto il mondo, diventando uno spazio essenziale per chi lavora all’intersezione tra arte, città e società.

La residenza è stata vinta da Franca Petroni e Leonardo Ruvolo, a ZK/U in agosto 2025.
Vincitore della call è Porous Cartographies, un progetto di Franca Petroni e Leonardo Ruvolo che riscrive le geografie dello spazio pubblico attraverso pratiche di mappatura, scrittura e archiviazione site-specific.
In risposta ai processi di gentrificazione e privatizzazione urbana, Porous Cartographies rivendica la città come spazio politico e affettivo, immaginando nuove mappe non per controllare, ma per aprire possibilità. Un archivio e una cartografia per attraversare lo spazio con istinto, cura e senso critico.
Nella primavera del 2025 Performing Architecture ha messo in rete cinque quartieri della periferia sud di Milano – Corvetto, Chiaravalle, Stadera, Barona e Tortona.
Per ognuno dei quartieri toccati dal festival: un’installazione temporanea – concepita da un architett e un performer in collaborazione con un “presidio”, un’organizzazione radicata nella zona di riferimento.
Cinque quartieri, cinque modi di ripensare l’architettura.

01. Tortona: Another Week
AT: BASE Milano
ARCHITECTURE: Matilde Cassani Studio
PERFORMING: Martina Rota
L’architettura è uno spazio sospeso. Tra dentro e fuori, tra tempo produttivo e tempo di fuga. Nella Ground Hall di BASE, l’installazione Another Week di Matilde Cassani Studio trasforma il Fuorisalone in un’esperienza di rallentamento. Un grande tappeto di suole assorbe le impronte dei visitatori, mentre lunghi tappeti e materassini sportivi invitano a fermarsi, abitare lo spazio e ripensare la frenesia delle Week milanesi.
Intorno all’idea di corpi, performance e comunità ruota anche l’intervento site–specific With All My Strength dell’artista Martina Rota, che attiverà l’installazione di Cassani.
02. Barona: VANDALI
AT: BARRIO’S
ARCHITECTURE: Studiolatte
PERFORMING: Babau
Barrio’s si trasforma in un paesaggio sonoro con VANDALI: sculture interattive di Studiolatte e Babau invitano il pubblico a improvvisare con il suono, riscrivendo lo spazio urbano. Ispirandosi al vandalismo come gesto creativo, il progetto trasforma l’architettura in una partitura collettiva, viva e in continua evoluzione.


03. Corvetto: Fuga dalla città?
AT: DOPO?
ARCHITECTURE: Sbagliato
PERFORMING: Caterina Gobbi + Campo Base Project
Sbagliato e Caterina Gobbi trasformano DOPO? in un rifugio sonoro e spaziale. Fuga dalla città? gioca sul contrasto tra l’attrattività del Fuorisalone e il bisogno di quiete. Trompe-l’œil e installazioni sonore riconnettono Milano a una natura immaginaria, creando un cortocircuito tra il ritmo urbano e una dimensione sospesa.
04. Stadera: Arena Stadera
AT: Stadera Design District
ARCHITECTURE: Fantastudio, Sara Ricciardi Studio
PERFORMING: Annamaria Ajmone
Il Giardino Gianfranco Bianchi diventa Arena Stadera, un’installazione che esplora l’accoglienza. Tubi innocenti e tessuti creano uno spazio di scambio, dove parole e immagini raccontano storie di comunità. Eventi, performance e laboratori trasformano l’arena in un luogo di relazione e partecipazione attiva.


05. Chiaravalle: Macchine da Festa
AT: Terzo Paesaggio
ARCHITECTURE: Lemonot
PERFORMING: Luca Boffi / Alberonero
Nel giardino del Padiglione Chiaravalle, Macchine da festa di Lemonot e Luca Boffi unisce panificazione, fermentazione e convivialità. Due laboratori mobili e un tavolo itinerante ospitano festini e cene comunitarie, creando uno spazio sospeso tra apprendimento e incontro, dove il cibo diventa linguaggio universale.