ROOM04: MOULTING — Erica Curci

Le persone non sono solo persone. Sono anche un sacco di microbi.

Lo strato superficiale del nostro corpo è un luogo di scambi continui. È uno spazio intermedio, una soglia e un passaggio, non solo un luogo di transizione ma anche di transazione.

Gli angoli e le fessure di ogni essere umano sono abitati da organismi in continua comunicazione con “noi” e con gli altri che vivono nel nostro ambiente, una comunicazione invisibile, da corpo a corpo. Erica Curci vuole rendere tangibile e materiale questa connessione attraverso un rituale che prevede la riproduzione e l’analisi dell’epidermide degli esseri umani che entreranno in contatto con lei e con il suo lavoro, utilizzando calchi in silicone e piastre di Petri, portando il contatto pelle a pelle a essere contatto tra persone.


Esposti in ROOM04:

MY NEW SECOND SKIN (2021)
Tuta in lattice stampata con soluzione di tetracloroetilene

“La mia nuova seconda pelle è stata creata per una performance con un forte legame con il mondo acquatico, il mio ruolo era quello di creare una connessione tra quello strato che ingenuamente identifichiamo come il “confine” del nostro corpo e quello di alcune specie marine, creando l’inizio di quella che sarà per me la produzione di pelli chimera, il risultato di un’unione tra la pelle umana e quelle di altre specie”.


EXUVIA (2022)
Coltura di Acetobacter Xilynum e cellulosa batterica

“Il progetto in mostra appartiene a una ricerca di produzione artistica che ha come punto focale di ricerca l’involucro più esterno del corpo umano, la pelle. Concettualmente il lavoro nasce dall’analisi e dalla rielaborazione dell’ecdisi, il processo biologico di perdita e riformazione del tessuto dello strato superficiale di un organismo, che avviene nei rettili. La pelle, lo strato superficiale del tegumento deposto dai serpenti si chiama exuviae, perché i serpenti sese exuunt, cioè si spogliano. La sperimentazione di materiali bio, attraverso colture batteriche e sostanze di origine vegetale, ha come obiettivo la produzione di tessuti il più possibile simili a quelli epidermici, che possano assumere il ruolo di una seconda pelle. Il progetto è quindi concepito in perpetua evoluzione”.


DERMA (2018)
Indumenti di seconda pelle in gomma siliconica, catalizzatore, pigmento di carne, collagene

“Le proteine sono prodotte dai geni e sono la chiave della vita, responsabili del mantenimento delle strutture viventi e dei loro meccanismi. Durante l’analisi del tessuto epidermico, ho selezionato il principale elemento proteico compositivo, il collagene . In una seconda fase, ho autoprodotto una membrana artificiale al cui interno è presente una percentuale della stessa molecola.
La membrana è poi diventata il materiale per creare sculture indossabili, con il colore della pelle umana”.


BIO

Erica Curci, 1994, è un’artista milanese. Laureata in Design — Fashion Culture and Technologies — presso l’Accademia di Belle Arti di Roma. Nel 2017 ha iniziato a frequentare il corso di Performing Arts presso la scuola ‘Cònia’, diretta da Socìetas Raffaello Sanzio.  La sua ricerca artistica dialoga con il campo della biologia e i relativi processi del mondo animale e vegetale, al fine di trovare una connessione tra le specie. Analizzando lo strato più esterno del corpo umano, la pelle, che allo stesso tempo ci separa e ci connette con l’esterno, indaga la relazione tra corpi (umani) e microbi.  Nell’era dell’Antropocene sente il bisogno di trovare nuovi mezzi artistici organici, che alla fine della loro vita possono diventare compost.  Basandosi sulle attuali teorie scientifiche e scoperte, il suo lavoro è collocato nell’area di Bioart, utilizzando tecniche di microbiologia e biomateriali per creare opere d’arte.

Il suo lavoro è stato esposto all’ADI Design Museum di Milano, MACRO — Contemporary Art Museum di Roma, Fotograf Gallery Praha, Harlesden High Street Gallery London, Plateforme Gallery Paris.  Il progetto DERMA è stato selezionato e pubblicato da Vogue Talents, A.I. Artisanal Intelligence e Flewid-Fashion&ArtBoo.


Cinque stanze che diventano casa e luogo di sperimentazione e di incontro. Benvenuti a Temporary Home: una residenza unica per cinque designer e artist provenienti da tutta Europa all’interno di casaBASE, il nostro ostello.

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