“Arte, design e architettura: riflesso ed estensione della società.” Erica Petrillo, Curator-in-residence a BASE Milano

Erica Petrillo_Curator in Residence
di BASE Milano
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Erica Petrillo partecipa alla quarta edizione di We Will Design 2024, In-Difference, come Curator-in-residence.

“La lente attraverso cui guardo ai campi dell’arte e della cultura prende le distanze da mere considerazioni estetiche. In linea con la mia formazione, sono interessata all’arte, al design, all’architettura come riflesso e continuazione di fenomeni sociopolitici, contesti e comunità;
ma anche come strumenti di ricerca, di intervento e d’azione, piuttosto che come fini a sé stessi.
BASE, come ogni centro culturale, ha la responsabilità di creare le condizioni per diventare un’arena di confronto critico in cui testare idee e strategie alternative che possano aiutarci a navigare in modo consapevole, oltre che a sopravvivere eticamente e intellettualmente, nel complesso mondo di oggi.
Questo è l’approccio con cui cercherò di contribuire al dialogo che BASE ha avviato nel contesto di We Will Design.”


Erica è una curatrice con una formazione in filosofia politica e scienze sociali che vive a Milano, dove collabora con l’agenzia interdisciplinare 2050+, lavorando parallelamente a diversi progetti indipendenti. Ha co-curato programmi pubblici e progetti espositivi per diverse istituzioni culturali, in Italia e all’estero, tra cui il programma di R&D Salons al MoMA di New York; Broken Nature, la XXII Triennale di Milano; Open, il Padiglione Russo alla XVII Biennale di Architettura di Venezia; e Babel, la XIII edizione del Festival Video Sound Art.

IN-DIFFERENCE
Design Week 2024 — call for entries

di BASE Milano
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“We have lost the pleasure of being together. Thirty years of precariousness and competition have destroyed social solidarity. Media virtualization has destroyed the empathy among bodies, the pleasure of touching each other, and the pleasure of living in urban spaces. We have lost the pleasure of love, because too much time is devoted to work and virtual exchange”.

Francesco Bifo Berardi and Geert Lovink. 2011. “A Call to the Army of love and to the Army of Software,” published online by the Institute of Network Cultures, Amsterdam 

​What would it be to transform BASE into a place of political presence where designers, artists and students live and reinvent the space?

WE WILL DESIGN seeks to imagine new forms of coexistence and interdependence based on Convivialism principles such as cooperation, democracy, dialogue between cultures, equal dignity, and ecological responsibility.
We want to explore the ability to create different forms of interdependent relationships, contemplating our behaviours, feelings, and spatiality.​We will use performativity as a tool to rewrite the spatial conditions of everyday life.​
We will promote the fantastic and the desirable as guiding principles.​
We will commit ourselves to creating exceptional and ordinary rituals to share with the visitors and citizens of the design week. ​

During the Design Week 2024 BASE opens the doors of its spaces to the construction of a temporary community of emerging designers, architects, and artists who will live and work within the spaces.
Those will be transformed for the occasion into a laboratory of “conviviality” that invites visitors to reflect on the most innovative practices of coexistence, cohabitation and sharing currently present in Europe and their interrelation with the spectre of migration, gender, ability, health, and cultural background.​

Does that sound interesting?

IN—DIFFERENCE: DESIGN, SPATIAL ACTIVISM, CONVIVIALISM
Call for entries for Design Week 2024 at BASE Milano

DEADLINE: DECEMBER 11TH, 2023

You haven’t recognized yourself in the call but 
you still want to propose us your brand or project as an exhibitor ?

Please email: design@base.milano.it

Our desire to imagine a possible new future cannot be limited to one week a year. 
This is why BASE chooses to go beyond the confines of Design Week and proposes an approach that uses design as a tool for collective research and construction that can no longer be achieved through a short exhibition of projects but also through design residences and collaborative projects.

WE WILL DESIGN
A double approach that can unfold as a longer journey that will develop throughout the year and will culminate during Design Week or can be a shorter experience during one of the greatest moments of creative expression on the international stage in Milan.

DISCOVER WE WILL DESIGN

IN-DIFFERENCE
design, attivismo spaziale, convivialismo

di Linda Di Pietro
Artistic Director
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editoriale
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«We have  lost  the  pleasure  of  being  together.  Thirty years of  precariousness  and  competition  have destroyed  social  solidarity. Media virtualization has  destroyed  the  empathy  among  bodies, the  pleasure  of  touching each other, and the  pleasure of living in  urban spaces.  We have lost  the  pleasure  of love,  because  too  much  time  is  devoted  to work and  virtual  exchange».

Francesco Bifo Berardi and Geert Lovink. 2011. “A Call to the Army of love and to the Army of Software,” published online by the Institute of Network Cultures, Amsterdam )

WE WILL DESIGN 2024 
si pone all’intersezione tra dinamiche spaziali e culturali come piattaforma per promuovere la convivialità, intesa come un bisogno collettivo basato sulla cooperazione, la cura reciproca e la solidarietà.   

La convivialità diventa uno strumento architettonico eccezionale per favorire dinamiche progettuali inclusive, dove voci diverse si uniscono nella condivisione di conoscenze attive e nel perseguimento dei desideri attraverso l’informalità, il divertimento e lo scambio spontaneo.   
Gli spazi influenzati dalla convivialità tendono ad annullare le differenze razziali, etniche, religiose, di classe e di genere, rendendole ordinarie e neutralizzando le disuguaglianze.   

La negoziazione delle differenze diventa parte naturale dell’incontro e della vita in questi spazi pubblici, che diventano spazi di “visibilità e incontro tra estranei”. Come possiamo definire questi incontri come conviviali? E quali idee di design possono sorgere da tali incontri?   

“We celebrate the spaces informed by conviviality as those where racial, ethnic, religious, class, and gender differences are rendered unremarkable and ordinary. These are spaces where inequalities are neutered.”  

Lemonot - Sabrina Monreale e Lorenzo Perri 

Partendo dal concetto di convivialità di Ivan Illich, come pratica del “vivere insieme” (con-vivere), il convivialismo si è trasformato in un Movimento e Manifesto, sottoscritto nel 2020 da oltre trecento autori provenienti da diverse discipline.  

WE WILL DESIGN cerca di immaginare nuove forme di convivenza e interdipendenza basate su principi come la cooperazione, la democrazia, il dialogo tra culture, la dignità paritaria e la responsabilità ecologica.   
Vogliamo esplorare, come progettist, architett, e cittadin, la capacità di creare diverse forme di relazioni interdipendenti, considerando i nostri comportamenti, gesti, sentimenti e spazialità.   
Useremo la performatività come strumento per riscrivere le condizioni architettoniche della vita quotidiana
Promuoveremo il fantastico e il desiderabile come principi guida.   

Ci impegneremo a creare rituali eccezionali e ordinari, rivelando la loro capacità di dare struttura, significato, gioco e spazialità conviviale alle nostre vite. In occasione della design Week 2024 BASE apre le porte dei suoi spazi alla costruzione di una comunità temporanea di designer, architetti, artisti under30 che vivranno e lavoreranno all’interno degli spazi, trasformati per l’occasione in un laboratorio di “convivialismo” che invita i visitatori a riflettere sulle più innovative pratiche di convivenza, coabitazione e di condivisione presenti al momento in Europa e la loro interrelazione con gli spettri di migrazione, genere, abilità, salute, background culturale.   

Cosa sarebbe trasformare BASE in un luogo di presenza politica, dove designer, artist, student abitano e reinventano lo spazio? 

Mentre le città producono costruzioni futuristiche ed elitarie, sopravvivono visioni utopiche della domesticità e proliferano soluzioni autonome e insediamenti informali, in cui abitare diventa un gesto di resistenza e di affermazione della dignità umana.   
  

Iniziamo ad abitare pensieri e progetti e non solo più spazi e oggetti.
Abitiamo il futuro, abitiamo il turbamento, abitiamo mondi che non esistono, corpi che sono organismi collettivi. 

Linda Di Pietro
DIRETTRICE ARTISTICA DI BASE MILANO


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