ONE’S OWN OWN: open call per una residenza artistica rivolta ad artist disabili / con disabilità, sord, neurodivergenti.

ONE’S OWN OWN è una call per una residenza artistica rivolta ad artist disabili / con disabilità, sord , neurodivergenti, co––curata con Diana Anselmo.

Zygmunt Bauman osserva come, nella cultura occidentale contemporanea, la “dipendenza” venga spesso considerata qualcosa di cui le persone cosiddette ragionevoli dovrebbero vergognarsi, mentre l’“autonomia” è vista come un valore vincente, sinonimo di corretto funzionamento dell’individuo.

Eppure, lo stesso Bauman ci ricorda che il vero compito morale di ciascuno è proprio riconoscere la propria dipendenza dagli altrə. L’autonomia, infatti, non si sviluppa nel vuoto, ma prende forma attraverso una rete di relazioni e interdipendenze.

Edgar Morin supera questa apparente contrapposizione introducendo il concetto di “autonomia dipendente”: invece di considerare l’autonomia come un’evoluzione successiva alla dipendenza, la riconosce come un elemento costitutivo della condizione umana. In questa prospettiva, l’autonomia non si afferma nella sola autosufficienza, ma nella relazionalità. Dipendenza e autonomia, dunque, non sono opposte, ma si sviluppano insieme, rivelando la dipendenza come un tratto essenziale dell’umanità, in continua co-evoluzione con tutte le forme di vita.

Sul filo di Making Kin ↗, che esorta a ripensare le nostre modalità di relazione, ONE’S OWN OWN mira ad interrogare ed espandere i significati di autonomia, dipendenza e interdipendenza. Attraverso una crasi fra one’s own (da sol , senza aiuti), e own (proprio, personale) la residenza vuole offrire terreno ad un pensiero artistico che indaghi cosa vogliano dire questi termini per una persona che subisce esperienze disabilitanti.

Come costruire da sé il proprio peculiare own, quando a prendere corpo non sono i miti neoliberali del “farcela da soli”? Quanto oltre si può spingere il concetto di autonomia dipendente, quando non messo in campo da due pensatori abili? Come la pratica artistica può favorire fioriture altrimenti impensabili?

Criteri di eleggibilità:

Possono candidarsi alla call artist di qualsiasi genere, età, provenienza, domiciliat in Italia, che si riconoscano come persone disabili (motorie, sensoriali, neurologiche, cognitive). Sono ammess sia artist e practitioners singol che gruppi che operano negli ambiti del peformativo, delle arti visive e multimediali, della musica e delle pratiche spaziali.

Lungi dal voler ghettizzare la disabilità o crearne una riserva naturale, BASE e il co-curatore Diana Anselmo hanno scelto di compiere un dirottamento delle strutture sistemiche di oppressione abilista che escludono e invisibilizzano il corpo disabile su base quotidiana. Vogliamo porre l’enfasi sulle pratiche e sulle ricerche che cercano di rielaborare la partizione del sensibile, che facciano cadere i recinti di ciò che è normativamente percepibile, visibile e dicibile.

Offriamo:

Il progetto selezionato avrà una residenza di due settimane (dal 21 luglio al 2 agosto 2025) con un contributo di €3.000 (al netto di IVA e al lordo di eventuali imposte).

Inoltre:
→ copertura dei costi di accessibilità dell’artista / dell artist fino a €3.000
→ accesso allo studio YES ROOM in orario 10:00 –– 22:00
→ alloggio all’interno di casaBASE ↗.

* L’alloggio si compone di una stanza con bagno accessibile e un letto matrimoniale ed una seconda stanza con fino a quattro posti letto.

Se ne hai bisogno, click qui per un tech + access rider dettagliato degli spazi.

Diana Anselmo è performer e artista visivo Queer e Sordo, attivista ed essere umano improvvisato. Bilingue LIS e Italiano, debutta con la performance Autoritratto in tre atti (2021) realizzando repliche italiane ed europee. All’estero esordisce con Le Sacre du Printemps (2022) di Xavier Le Roy. Recentemente ha esposto la sua prima mostra Je Vous Aime in Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2024), ed è ora rappresentato dalla Galleria Eugenia Delfini di Roma. È presidente di Al.Di.Qua. Artists, prima associazione europea di categoria di/per artist* con disabilità.

ONE’S OWN OWN È UNA CALL REALIZZATA CON IL SOSTEGNO DI