Estratti da “Aria irrespirabile, 1956: la Casa del Futuro di Alison e Peter Smithson”, di Beatriz Colomina, 2004

di BASE Milano

Il ruolo primario della casa è quello di filtrare il mondo e produrre un incontro quasi teologico con un cielo vuoto, un cielo reso privato dalla casa. 

In un certo senso, la casa permette al cielo di scendere e toccare l’abitante. L’aria della casa viene purificata per lasciare spazio a una pura “aria non ancora respirata” che scende nel vuoto e poi nel corpo degli abitanti – anticipando in modo inaspettato l’attuale ossessione per l’aria non respirata negli aerei, nei ristoranti e negli edifici pubblici. L’aria irrespirabile come ultima misura di privacy in un mondo ancora più congestionato.

L’aria, quindi, piuttosto che la plastica, è il vero materiale della casa. L’aria non respirata è avvolta da una parete di vetro, che a sua volta è avvolta da una parete vuota, che a sua volta è avvolta da un’altra parete e poi da una sala espositiva e poi da una città. Gli Sminthons hanno costruito un buco. Hanno preso uno spazio vuoto e tutto il resto del progetto è stato solo un mezzo per fissare quel vuoto. C’è da stupirsi se questa casa ci sfuggirà sempre?

è una cosa seria?

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