Carlota Gallo — Antropocore

di BASE Milano

Antropocore è un manifesto speculativo per progettare tra le rovine dell’Antropocene, dove le storie umane e i futuri planetari sono intrecciati in una danza di precarietà ecologica.

Questo progetto di design critico trasforma gli oggetti di uso quotidiano in testimoni materiali di un mondo in divenire, insistendo sul fatto che l’estetica e la funzione non possono sfuggire al loro inserimento in ecosistemi in collasso. È un invito a stare con i problemi, a immaginare e a creare all’interno dei grovigli delle trasformazioni della Terra.

Nato dalla collisione tra “Antropocene” e “Core” (l’estetica fugace e iper-specifica della cultura contemporanea), Antropocore scardina i paradigmi del design che hanno dominato la modernità. Invece di celebrare la forma avulsa dalle conseguenze, si tuffa a capofitto nella sporcizia della crisi socio-politica ed ecologica, emergendo con un catalogo speculativo di materiali e oggetti che incarnano le cicatrici, la resilienza e le tensioni del nostro tempo. Si tratta di oggetti come parenti: vibranti, relazionali e impregnati dell’etica della cura.

Ogni manufatto della collezione sussurra una storia di responsabilità ecologica, rielaborando i rifiuti, l’inquinamento e il degrado come luoghi di possibilità creative. Con le loro texture stratificate e le forme frammentate, questi progetti non parlano solo dell’ingegno umano, ma anche delle profonde interdipendenze che ci legano al suolo, all’aria, all’acqua e ai mondi non umani. Non si tratta di design per l’Antropocene, ma di design con l’Antropocene: il rifiuto di distogliere lo sguardo dalle conseguenze planetarie dell’estrazione e del consumo.

Attraverso materiali speculativi e forme stampate, il progetto reimmagina il banale come luogo di parentela. Cosa significa costruire una sedia che piange una foresta morente? Una lampada che brilla con l’energia incarnata dei prodotti petrolchimici che critica? Questi oggetti sfidano la divisione tra bellezza e responsabilità, spingendo i designer a pensare non solo alla creazione, ma anche alla riparazione, alla reciprocità e alla rinascita.

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