Himalaya + M.E.S.H Live

di BASE Milano
danza
dj-set
performance

La performance Himalaya di Elisa Zuppini esplora le dinamiche spaziali e temporali delle realtà geologiche e tecnologiche. Immagina queste realtà come tettoniche in continua interazione, come se fossero in costante movimento e collisione. Zuppini cerca di capire come queste realtà si riflettano nella mente umana, diventando parte del nostro spazio cognitivo e influenzando la nostra percezione e comprensione del mondo.

Con la collaborazione con l’acclamato compositore James Whipple (M.E.S.H), queste idee vengono esplorate in una costante relazione tra suono e movimento: gli interventi sonori di Whipple agiscono come schegge e come onde che incontrano il corpo della performer, riflettendolo o evitandolo completamente. È da questo scontro, o mancato contatto, che si crea il movimento. Finché lo spazio perfomativo non si apre completamente all’ascolto del live djset e si trasforma in dancehall.

 

Il Corpo Politico

di BASE Milano
performance

Il corpo politico è il soggetto principale di Gli Altri, un progetto performativo di CORPS CITOYEN. Il lavoro cerca di mettere in discussione il potere narrativo della rappresentazione di sé e dell’altro, da un lato, e la natura politica dei corpi nella loro stessa presenza e posizionamento all’interno della rappresentazione, attraverso la lente dell’ironia e l’oscillazione tra realtà documentaria e finzione dichiarata.  

“Can the subaltern speak?” si chiedeva Gaiatri Spivak in un famoso discorso del 1988 sul marxismo e l’interpretazione della cultura. Definire chi ha diritto di parola nella sfera pubblica è oggi più che mai un tema centrale nella ridefinizione dei ruoli di potere che caratterizza il rapporto con soggetti considerati minori.

La narrazione occidentale ha una precisa agency di potere, che definisce l’Altro a partire dalle proprie categorie: per questo, definire chi parla e lo spazio autoriale che occupa sono temi centrali di una pratica performativa che vuole essere contemporanea e politica.
Il corpo politico nasce come un laboratorio aperto dove, attraverso alcuni dispositivi della performance – re-enactement, lavoro documentario, pratiche sulla presenza, fictionalization e bio-fiction – cerchiamo di valorizzare la natura politica di ogni corpo e il suo potere attraverso la rappresentazione per eccellenza, la finzione scenica, che aiuta a creare e rafforzare le narrazioni del presente, ma che può essere anche un luogo sovversivo per sabotare le grandi narrazioni attraverso l’inserimento di un altro corpo, una presenza che si espone al pubblico nella sua stessa fragilità e potenza.

Per questa edizione di FAROUT Live Arts Festival, Il corpo politico si trasforma in un evento performativo interattivo, dove la sperimentazione delle tecniche e dispositivi performativi lascia spazio ad un’esperienza che vede il pubblico protagonista di un gioco intorno ai corpi, alla loro presenza e rappresentazione. 

It’s a secret

di BASE Milano
performance

Un performer, il pubblico, una storia tramandata a voce e fisicamente: It’s A Secret instaura una catena di racconti verbali uno a uno che si trasformano di volta in volta, da persona a persona, a seconda della nostra percezione, della memoria, del linguaggio e dell’immaginazione. Al tempo stesso a chi partecipa verrà affidata una tavoletta con delle istruzioni e la richiesta di rispondere a delle domande su una piattaforma online: i frammenti tracceranno un percorso spazio-temporale della storia, a cui solo l* partecipanti avranno accesso.

In collaborazione con Storytel, le storie trasmesse saranno quelle raccontate nel podcast Tell Me Mama, nove ritratti di donne afrodiscendenti, raccontati da donne afrodiscendenti a cura di Igiaba Scego e Esther Elisha.

Di Venti e Correnti. In balìa

di BASE Milano
installazione
performance

In balìa” è una terrazza di Cagliari piena di segnavento che ruotano, sventolano e ondeggiano, cambiano direzione quando il vento soffia da ponente a levante, è un riflesso dell’acqua cangiante che vibra sulla parete murata di fianco, la rifrazione di luce piegata dall’aria e dall’acqua. Noi abbacinati dal barbaglio, non si sa se stiamo sotto o sopra, o se siamo il liquido stesso, acqua salata, dolce o salmastra, in balìa di venti e correnti, fragili come fuscelli al vento.

Dall’intensità si direbbe che conviene seguire l’andazzo, reagire d’inerzia, lasciarsi trasportare, adeguarsi alle correnti d’aria, marine o di pensiero, calde o fredde, di tendenza o controcorrente. Navighiamo a vista noi, flusso e riflusso, folla in fila, o movimento. A seconda dell’aria che tira, in balìa degli eventi correnti, vediamo da che parte soffia il vento per capire se è a favore o se ci conviene metterci di taglio, oppure chiedere a qualcuna di venire al riparo con noi, o se serve, di farsi scudo a vicenda.

A volte ci pare di essere immerse, come relitti, di stare sott’acqua a tirare il fiato in apnea. Ma qui, noi possiamo guardarci intorno e vedere chi altro c’è e che dice, se ci conviene insieme tentare un salto in favor del vento, per vedere se su si respira, o rimanere di sotto celate a raccontarci tutto quello che ci viene in mente sul mare.

Mra7ba (mrhba)*

di BASE Milano
performance
Mra7ba (mrhba)* è un lavoro ambientato in uno scenario post-umano decadente, che trae la sua ispirazione da Al-Halqa, un’arte narrativa tradizionale originaria del mondo arabo: un dispositivo di teatro in strada e nelle piazze in cui l’attore al centro di un cerchio compie delle azioni a favore del pubblico generando un’energia vitale che si espande circolarmente.
Soukaina Abrour parte da qui per ipotizzarne la fine: il pubblico, viaggiatore nel tempo, è accolto in un primo momento da uno spot video giocoso, caotico, colorato, mutante, che spiega cosa aspettarsi nell’atto performativo della Halqa, del cerchio, caricandolo di aspettative. Il secondo è il momento dell’assenza, dell’atto performativo o meglio dei di desideri, sogni, immaginazioni che ne rimangono.

The present is not enough

di BASE Milano
performance
teatro
The present is not enough indaga il cruising come pratica relazionale e di sessualità della comunità gay maschile, vista dallo sguardo di donne lesbiche/persone queer. La performance si nutre di riferimenti della sperimentazione artistica della scena gay degli anni ’70/’80 di New York, prima dell’arrivo dell’AIDS – David Wojnarowicz, e poi Peter Hujar, Tava, Frank Hallam, Alvin Balltrop e altr artist, scrittor e studios gay e queer.
Un archivio di immagini e parole che si trasforma in un lavoro corporeo e affettivo, uno stato di eccitazione senza nome che carica l’ambiente. Lo spazio urbano ridiventa selvatico, è un’estetica del collasso, come nei capannoni abbandonati, nell’outdoor privo di regole, nei battuage sulle statali. E ancora Wojnarowicz che si vuole suicidare, il buco di eroina, il tremore nel sole nell’acqua, una gioia estenuante. The present is not enough è un lavoro collettivo che scrive di un’utopia dei corpi, del desiderio struggente di comunità, di un baluginìo di futuri possibili. Che non sono ancora qui, ma che possiamo solo intravedere attraverso una fessura.

Intermission

di BASE Milano
movimento
performance

La moltitudine è costituita da traceur, frisbeesti e partecipanti preparati all’intervento attraverso una fase di workshop. Gli strumenti utilizzati sono dei piatti da percussione trascinati a terra mediante l’uso di corde e degli speaker bluetooth. L’organizzazione del suono, per fasce e durate, s’intreccia all’articolazione dei corpi nello spazio urbano, divenendo una moltitudine in deriva e producendo una sospensione della vita funzionale della città in favore di una partecipazione attiva e contemplativa della realtà.

La performance non è uno spettacolo. La sua forma è quella di un reticolo che cambia forma a seconda delle scelte dei singoli gruppi agenti. Avviene in più luoghi contemporaneamente. Tende sia alla condensazione e alla stabilizzazione in un luogo che alla dispersione in più traiettorie o linee di fuga. La pratica è capace di piegarsi alle abilità del gruppo e di assumere di volta in volta, di ambiente in ambiente, forma e intensità d’intervento del tutto singolari.

ONCE MORE

di BASE Milano
musica
performance

ONCE MORE è una performance che si sviluppa nella relazione fra due soggetti, in un continuo confronto senza freni. Un display concertistico dove corpo, suono e parola sono assunti come elementi imprevedibili della composizione. Sullo stesso piano luce, buio e immagine si stratificano come partitura ritmica in un vortice circolare in cui anche ciò che il corpo produce si sottrae, in favore di un unico movimento performativo. L’occhio imperscrutabile della macchina fotografica, nella sua meccanica soggettività, registra i contorni di ciò che accade, ridefinendone la percezione. ONCE MORE è caos, estasi e libertà.

 

Métron Extended

di BASE Milano
musica
performance

All’incrocio tra una sessione di allenamento e un concerto, la performance Métron Extended si concentra sulla relazione tra azione fisica, ambiente e suono: da una parte un algoritmo di sintesi vocale, dall’altra una voce umana guidano performer e pubblico in un esercizio percettivo che intreccia la visione all’ascolto e alla memoria.

L’Âge d’Or

di BASE Milano
performance

In L’Âge d’Or, Igor Cardellini e Tomas Gonzalez propongono di mettere in discussione i fondamenti del nostro tempo attraverso visite guidate. Banche, uffici amministrativi, centri commerciali: l spettator ne fruiscono nel modo in cui l turist passeggiano tra i siti archeologici. Questi spazi funzionali sono quasi invisibili nelle città. Sfuggono alla nostra attenzione nella vita di tutti i giorni e raramente vengono presi come oggetto di attenzione. Eppure le forze che plasmano il nostro mondo contemporaneo attraversano questi luoghi che sono al centro della globalizzazione. 

Sulla base dell’architettura di questi edifici onnipresenti – che si possono trovare in qualsiasi città – le visite formano una trilogia archeologica per il tempo presente. Il pubblico è invitato a percorrere questi spazi di consumo, capitale e lavoro salariato.

I percorsi che tracciamo attraversano i molteplici strati dei siti, il modo in cui agiscono su di noi e ciò che rivelano dell’organizzazione delle nostre società occidentali post-industriali. Particolare attenzione è rivolta al rapporto tra il locale e il globale così come alle diverse temporalità che sono scritte sui loro muri. 

A FAROUT Live Arts Festival 2023, L’Âge d’Or vi guiderà attraverso il sito di City Life Shopping District.

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