Al Mashrou’. Interrupted Futures in Palestine’s Jordan Valley
Shuruq Harb + Nadi Abusaada + Lilly Markaki + Felice Moramarco in residenza a BASE

In residenza a 2025-01-06


La Arab Development Society (ADS), fondata da Musa Alami negli anni ’40 nei pressi di Gerico, fu uno sforzo pionieristico per creare una comunità autosufficiente per i palestinesi. Motivato dalla minaccia incombente del colonialismo sionista e dalla potenziale perdita delle terre palestinesi, Alami immaginò un villaggio modello che integrasse agricoltura autonoma, sanità, istruzione e sistemi abitativi per rafforzare la presenza palestinese nella regione. L’ADS, noto in arabo come al-Mashrou’ (“il progetto”), mirava a sviluppare una comunità sostenibile, sebbene il panorama politico più ampio fosse cambiato radicalmente dopo la Nakba del 1948. Fin dall’inizio, l’ADS ha dovuto affrontare sfide importanti, soprattutto dopo lo sfollamento di massa dei palestinesi nel 1948, che ha trasformato la popolazione locale in rifugiati. La determinazione di Alami lo portò ad affrontare le condizioni aride della regione avviando una missione per individuare le fonti d’acqua, un fattore chiave per lo sviluppo agricolo della comunità. Dopo mesi di sforzi persistenti, il team di Alami riuscì a trovare acqua non salata all’inizio del 1950, permettendo all’ADS di espandersi. Questo successo gettò le basi per un villaggio modello in cui le attività agricole e le abitazioni erano interconnesse, dando un esempio di autosufficienza per il reinsediamento dei rifugiati. Nonostante i successi iniziali, il progetto dell’ADS è stato ostacolato dall’opposizione politica e dalla devastazione causata dalla Guerra dei Sei Giorni del 1967. La guerra portò alla distruzione di gran parte delle infrastrutture dell’ADS e la terra ritornò a essere desertica. Tuttavia, l’eredità dell’ADS continua ad esistere grazie alle terre coltivate e alle strutture che ancora oggi sono in piedi, simbolo dell’ambiziosa visione di Alami. Sebbene il progetto non abbia realizzato appieno i suoi obiettivi, rimane un esempio significativo del perseguimento dell’autodeterminazione del popolo palestinese di fronte al brutale sfollamento causato dal colonialismo israeliano.

Il progetto di residenza ruoterà attorno alla produzione del film Al Mashrou’ (2024) di Nadi Abusaada e Shuruq Harb, un documentario sulla Arab Development Society (ADS). Il film analizza l’eredità e la vita di questo progetto trasformativo e le sue idee lungimiranti sul futuro della Palestina. La restituzione pubblica consisterà in una presentazione ibrida del lavoro svolto durante le due settimane di residenza, che combinerà la proiezione di scene selezionate del film documentario, Al-Mashrou’, con materiale d’archivio raccolto durante la fase di ricerca della produzione del film.

Coordinata da Lilly Markani e Felice Moramarco, e guidata dai registi Shuruq Harb e Nadi Abusaada, la presentazione condividerà approfondimenti sul processo di ricerca e sui temi del documentario, oltre a riflettere sulla rilevanza del film per le questioni contemporanee di colonialismo e resistenza. Prendendo spunto dall’isola sociale alternativa di ADS raccontata nel film Al-Mashrou’, verrà presentata una serie di proiezioni di registi palestinesi, giordani e libanesi per esplorare ulteriormente le pratiche legate alla giustizia fondiaria nel contesto della lotta palestinese contro il colonialismo israeliano.
Le proiezioni saranno seguite da discussioni con i registi, che permetteranno al pubblico di impegnarsi criticamente con il materiale e di tracciare connessioni tra il contesto storico dell’ADS e le più ampie questioni contemporanee. Durante la residenza, ospiteremo un gruppo di lettura incentrato su testi relativi alla lotta palestinese e agli esperimenti di autodeterminazione. Le discussioni e gli approfondimenti ottenuti da queste sessioni culmineranno in una tavola rotonda pubblica, in cui i partecipanti potranno condividere i loro pensieri e impegnarsi con il pubblico in un dialogo più ampio sulla lotta palestinese in corso.
Per questa parte della residenza, ci impegneremo con le organizzazioni palestinesi di Milano per coinvolgere nel dibattito la diaspora palestinese presente in città. L’obiettivo è generare una comprensione più profonda della lotta palestinese contro il colonialismo israeliano e contribuire al discorso in corso sul colonialismo, la resistenza e la ricerca dell’autodeterminazione palestinese.

 


Shuruq Harb è un’artista, regista e scrittrice con sede a Ramallah. Il suo film The White Elephant ha ricevuto il premio per il miglior cortometraggio al Festival Cinema du Reel di Parigi, 2018, ed è stato inserito nella shortlist del Festival internazionale del cortometraggio di Amburgo, 2019. È stata la vincitrice del premio Han Nefkens Foundation Fundaciò Antoni Tapies Video Art Production Award nel 2019.

Nadi Abusaada è un architetto e uno storico. Attualmente è Visiting Professor presso la School of Architecture and Design dell’American University of Beirut (AUB). Ha ricoperto diverse borse di studio accademiche, tra cui la ETH Zürich Postdoctoral Fellowship presso l’ETH Zürich e la Aga Khan Postdoctoral Fellowship in Islamic Architecture presso il MIT. In precedenza, ha conseguito il dottorato e il master in architettura presso l’Università di Cambridge e la laurea in architettura presso l’Università di Toronto. Nadi è co-fondatore di Arab Urbanism e collabora con The Architectural Review. È il curatore di due libri di prossima pubblicazione, “Arab Modern” (gta Verlag, 2024) e “Resurgent Nahda” (Kaph Books, 2024). Nadi ha anche lavorato alla rivisitazione di narrazioni storiche attraverso media sperimentali e formati visivi.

Lilly Markaki, PhD, è scrittrice, curatrice e docente, le cui aree di studio e pratica sono l’arte, l’estetica e la cultura visiva, la teoria critica, i media studies, la teoria postcoloniale e i black studies. Attualmente ricopre il ruolo di docente di Razza e Cultura nel Cinema e nei Media presso il Dipartimento di Media Arts della Royal Holloway, University of London. Adottando un approccio teorico interdisciplinare e trasversale, la loro ricerca indaga le pratiche estetiche materiali e speculative, ponendo particolare enfasi sulle questioni relative alle potenzialità dell’arte di creare (e disfare) il mondo.

Felice Moramarco è scrittore e curatore, direttore fondatore di DEMO Moving Image Experimental Politics. La sua pratica e la sua ricerca si concentrano sul ripensamento dell’agency dell’arte alla luce degli attuali cambiamenti dei paradigmi culturali, tecnologici e politici, esplorando la possibilità della pratica artistica di operare criticamente e configurare nuove realtà. Felice Moramarco ha conseguito un Master in Filosofia e un MFA in Curatela, e ha ricoperto incarichi di insegnamento e ricerca in varie istituzioni accademiche internazionali come la Goldsmiths University di Londra, la Nordland School of Arts and Film in Norvegia, l’Università di Praga, l’Università della Boemia Occidentale, l’Ithaca College e l’Accademia delle Arti di Berlino.

questo progetti di residenza nasce grazie a CASE REMAPPED è una call per due residenze artistiche curata da BASE Milano e Erica Petrillo. La call si rivolge ad artist la cui ricerca sia incentrata su isole sociali alternative, ovvero di un luoghi (fisici o digitali) abitati da comunità che stanno sperimentando forme di coesistenza radicalmente collettivistiche. Scopri di più su CASE REMAPPED