Lea Luka Sikau e Denisa Půbalová: the gut rehearses to tell you something

Un’installazione multisensoriale che amplifica i suoni intestinali per destigmatizzare l’interiorità corporea e riscoprire l’intestino come organo di intuizione.

Dal 2020, il duo composto da Lea Luka Sikau e Denisa Půbalová lavora all’intersezione tra media art e teatro sonoro sperimentale. Entrambe ricercatrici (Sikau con un PhD sul postumanesimo da Cambridge, Půbalová su filosofia ambientale e critical posthumanism), la loro pratica è guidata da una fascinazione per le narrazioni post-antropocentriche e la comunicazione interspecies.

the gut rehearses to tell you something è un’installazione sonora multisensoriale che invita i visitatori nel paesaggio acustico dell’intestino umano, celebrando e amplificando ciò che è tipicamente silenziato. Ascoltare le nostre viscere significa sintonizzarsi con l’intuizione e con le sottili vibrazioni metaboliche che plasmano le nostre emozioni. Eppure, questi suoni corporei sono spesso stigmatizzati, percepiti come imbarazzanti.

L’opera reimmagina l’intestino come un ricco ecosistema sonoro guidato dall’interazione dinamica di microrganismi, chimica e movimenti fisici. Le artiste hanno condotto un’ampia sperimentazione sui propri sistemi digestivi e hanno collaborato con l’associazione tedesca ILCO (dedicata alle persone con stomia), esplorando come gli intestini medicalizzati rimodellino la connessione sensoriale ed emotiva con la risonanza interna.

Muovendosi nello spazio, i visitatori sono circondati da gorgoglii, brontolii e rumori che emergono da sculture pavimentali dalla texture simile alla pelle, incastonate di attuatori aptici. I suoni non vengono semplicemente riprodotti: sono vissuti fisicamente. Le vibrazioni si propagano nella stanza, avvolgendo il pubblico in un “paesaggio intestinale” che fluisce da ampi ululati e frizzante effervescenza a crescendo distorti.

Al suo cuore, il progetto è un atto di destigmatizzazione collettiva e sincronizzazione microbica. Reincornicia l’intestino come organo di percezione, intuizione e connessione intersoggettiva. Ci spinge a interrogarci su ciò che emerge dai nostri corpi e su come risuoniamo con gli altri—non attraverso il respiro o il battito cardiaco, ma attraverso un coinvolgimento sonoro viscerale.

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Questo progetto fa parte di ReSilence: Future Soundscapes & Affect Mining in Urban Ecosystems, la mostra che raccoglie gli esiti di quindici residenze artistiche internazionali promosse da S+T+ARTS (l’iniziativa della Commissione Europea per scienza, tecnologia e arti). Attraverso l’esplorazione artistica del suono, RESILENCE ridefinisce gli spazi urbani, usando la dimensione acustica per analizzare le complesse relazioni affettive ed ecologiche delle città future e promuovere una consapevolezza collettiva su ciò che accade oltre l’apparenza del semplice rumore. La mostra è presentata in collaborazione con BASE, nell’ambito di FAROUT Festival 2025.

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