Estratti da “Istituzioni Evanescenti - Considerazioni Politiche sull’Architettura Itinerante” di Marina Otero Verzier, 2016 

di BASE Milano

Convivialismo è il termine usato per descrivere tutti quegli elementi nei sistemi di credenze esistenti, secolari o religiosi, che ci aiutano a identificare i principi per consentire agli esseri umani di competere e cooperare simultaneamente tra loro, con la comune preoccupazione di salvaguardare il mondo e con la piena consapevolezza che siamo parte di quel mondo e che le sue risorse naturali sono limitate. 

Il convivialismo non è una nuova dottrina, un’altra aggiunta all’elenco delle dottrine, che pretende di invalidare o spostare radicalmente oltre queste. È il processo di reciproca messa in discussione che si pone tra queste dottrine sotto la pressione del disastro incombente. Mira a preservare ciò che è più prezioso da ciascuna delle dottrine che abbiamo ereditato.

E cos’è che ha più valore? Come dovremmo definirlo? Non c’è, e non può esserci – anzi non dovrebbe esserci – una risposta univoca a questa domanda. Spetta a ciascuno di noi decidere cosa pensare. Detto questo – presi come siamo tra potenziale disastro e futuro promettente, e sperando di trovare elementi che possiamo universalizzare, o pluriversalizzare – abbiamo un criterio a nostra disposizione quando si tratta di decidere cosa dovremmo conservare da ogni dottrina. Dobbiamo, senza dubbio, mantenere: tutto ciò che ci aiuta a capire come gestire il conflitto in un modo che assicura che non degeneri in violenza; tutto ciò che ci aiuta a cooperare entro i limiti imposti da risorse limitate; e tutto ciò che riconosce la credibilità delle risposte che altre dottrine propongono a questa stessa domanda e quindi ci apre al dialogo e alla sfida.

Queste considerazioni sono sufficienti per tracciare le linee generali di un insieme universale di credenze adatte alle esigenze urgenti del giorno e di scala globale – anche se l’applicazione concreta di esso sarà necessariamente locale e dipendente dalle circostanze; e anche se ci saranno chiaramente tante, forse contrastanti, permutazioni del convivialismo quante ce ne sono del buddismo, dell’islam, del cristianesimo, dell’ebraismo, del liberalismo, del socialismo, del comunismo, ecc.- anche perché il convivialismo non invalida in alcun modo queste.

è una cosa seria?

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