CASE REMAPPED: una call per due residenze

di BASE Milano, Erica Petrillo

“È più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo”. ¹

Questa espressione, piena di lucidità e di rammarico per un presente stagnante ed un futuro che sembra negato, si può applicare facilmente a tanti aspetti della contemporaneità. In un contesto di perenne crisi planetaria (culturale, politica, climatica), sembra difficile immaginare delle alternative – figurarsi testarle praticamente.

Eppure c’è chi queste alternative si ostina a portarle avanti. Spesso fuori dai radar principali (per scelta o per necessità), in tutti gli angoli del pianeta, ci sono delle bolle di realtà – delle isole – che sfidano il dogma culturale, sociale ed economico imposto dal capitalismo. Si tratta di realtà che possono apparire piccole se viste come unità a sé stanti, ma che se considerate nel loro insieme costituiscono invece una rete solida e tutt’altro che utopica.

Queste “isole sociali” sono costituite da comunità che si sono ritirate (o sono state esiliate) dalla città, oppure che sono riuscite a ritagliarsi spazi di resistenza all’interno di contesti urbani; sono spazi gestiti da artist, collettivi di lavoratori, cucine e giardini sociali, club, centri sportivi, scuole che sperimentano nuove forme di apprendimento collettivo e mutualismo, proponendo modalità non canoniche di gestione del lavoro e delle risorse. Sono luoghi, più o meno formali, che propongo con la pratica un’alternativa (culturale, sociale e quindi anche economica) allo status quo – quindi un diverso modo di coesistere, di coabitare.

Creare consapevolezza su questi diversi modelli ci aiuta a convincerci che un’alternativa è effettivamente possibile, e quindi a «ripopolare il deserto devastato della nostra immaginazione» (Isabelle Stengers, 2015).

CASE REMAPPED è una call per due residenze artistiche aperte a diversi profili professionali (artist visivi e del suono, performer, designer, architett, curat^, studiosi di scienze sociali e politiche, antropolog) la cui ricerca sia incentrata su isole sociali alternative, ovvero di un luoghi (fisici o digitali) abitati da comunità che stanno sperimentando forme di coesistenza radicalmente collettivistiche.

I progetti selezionati intraprenderanno una residenza di due settimane nel mese di gennaio 2025 a BASE Milano ricevendo una fee di € 3000,00 (al netto di IVA e al lordo di eventuali imposte).
La residenza include: Accesso allo studio YES ROOM per due settimane in orario 9.30/18.30; Alloggio presso casaBASE; Occasioni di incontro e scambio con la curatela della call e lo staff di BASE; Copertura spese di accessibilità per necessità specifiche.

Durante il periodo di residenza è previsto che venga sviluppata una forma di racconto (visivo, sonoro, verbale, performativo, di altro tipo) a partire dall’isola (o isole) sociale alternativa presentata nell’application. A conclusione del periodo di residenza, è richiesto un momento di presentazione pubblica del lavoro svolto presso BASE Milano.

Non ci sono limiti geografici nella scelta del focus di ricerca; saranno valutati positivamente i criteri di sostenibilità economica ed ambientale delle proposte.
Data la durata limitata della residenza, saranno valutate positivamente proposte che partono da corpi di ricerca già avviati, ovvero in cui l candidat ha già un’esperienza (diretta o di studio) di forme di coesistenza o coabitazione non tradizionali. Il percorso di residenza va visto quindi come una parentesi temporale in cui l candidat vincit^ avranno la possibilità di immaginare, con l’aiuto dei team di BASE Milano, come manifestare la ricerca sulle isole sociali alternative in una forma che possa essere restituita pubblicamente.

Per dubbi o necessità scrivici una mail a: residenze@base.milano.it.


 ¹ Questa nota espressione, attribuita sia a Fredric Jameson che Slavoj Žižek, è stata resa nota da Mark Fisher nel suo importante testo “Capitalist Realism: Is There No Alternative?”, Zero Books, 2009.

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