Another Design Lab / studio PARADIGM –– Akin

di BASE Milano

L’uomo ha sfruttato la natura in molteplici modi, mantenendo la convinzione di essere superiore ad essa. Questa prospettiva ha dato origine a una visione romantica e idealizzata della natura, distaccata dalla realtà e plasmata da metafore, simbolismi ed estetiche. La natura è stata cooptata, privata della sua autenticità e piegata alle logiche del potere e del capitalismo, divenendo oggetto di categorizzazione e classificazione, spesso in nome della scienza stessa. Tuttavia, questa sistematizzazione ha finito per allontanare l’uomo da un reale rapporto con la natura.

È possibile smantellare questa gerarchia artificiale e costruire una relazione basata sulla coesistenza? Secondo l’antropologo brasiliano Eduardo Viveiros de Castro, sebbene gli esseri umani riconoscano la pluralità delle culture, tendono a considerare la natura come un’entità unica e universale, regolata da leggi oggettive. Questo approccio, figlio della prospettiva occidentale e della narrativa coloniale, limita il modo in cui le culture si relazionano con la biodiversità e restringe la comprensione delle molteplici forme di esistenza.

Riconoscere il pluralismo della natura è quindi essenziale per sviluppare nuove epistemologie e ripensare il nostro rapporto con il mondo naturale. Non si tratta solo di conoscere le specie locali, ma anche di restituire voce alle prospettive indigene, quelle più autenticamente connesse con l’ambiente. Questa consapevolezza può dare vita a un modello di giustizia ambientale basato sull’interdipendenza tra cultura e natura, anziché su un sistema dicotomico.

Akin nasce con l’ambizione di creare un ecosistema percepibile tra uomo e insetti, attribuendo ai non-umani una vera e propria agency. Gli insetti, spesso sottovalutati e marginalizzati culturalmente, giocano in realtà un ruolo cruciale nell’ecosistema. Akin mira a ribaltare questa percezione, evidenziando la necessità per gli esseri umani di supportare gli insetti e valorizzare le loro capacità di adattamento. Il progetto si ispira alla tecnica della biorisanificazione, un processo in cui organismi viventi vengono impiegati per neutralizzare gli inquinanti in un determinato ambiente.

Akin si configura come un dispositivo che accoglie gli insetti, offrendo loro riparo e nutrimento, mentre allo stesso tempo rileva la qualità dell’aria, del suolo e dell’acqua attraverso i segnali biologici degli insetti stessi. I componenti del dispositivo analizzano le sostanze nocive presenti nei corpi degli insetti e mostrano le informazioni su piccoli display digitali integrati nelle strutture in vetro.

Questi contenitori in vetro e plastica, simili a terrari, ricreano un ambiente naturale in cui insetti, piante e microrganismi convivono simbioticamente. Specie come libellule e farfalle non solo trovano rifugio e cibo, ma diventano veri e propri indicatori ecologici. Attraverso sensori e telecamere avanzate, il dispositivo monitora la salute degli insetti, analizzandone la temperatura corporea, la colorazione e altre variazioni fisiche per individuare la presenza di agenti inquinanti.

I dati raccolti vengono elaborati in un sistema centrale per creare una mappa dettagliata delle condizioni ambientali. Le libellule, ad esempio, possono rivelare la qualità delle acque stagnanti o dei corsi d’acqua, mentre le farfalle possono indicare lo stato di salute di prati e colline. Questo approccio consente di monitorare l’inquinamento in modo innovativo, sfruttando le reazioni naturali degli organismi viventi invece di dispositivi tecnologici convenzionali.

Akin sfida la visione antropocentrica della natura, proponendo un modello di relazione reciproca tra esseri umani e non-umani. Gli insetti, solitamente trascurati, acquistano valore e autodeterminazione, partecipando attivamente al miglioramento dell’ambiente. Il dispositivo si configura come un ponte tra specie, favorendo un linguaggio condiviso per la cura del pianeta. In questo ciclo di collaborazione consapevole, l’uomo e gli insetti lavorano insieme per la rigenerazione degli ecosistemi, in un processo di reciproca valorizzazione e sostegno.

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