Vincenzo Lapiccirella — Surplus-Taste

di BASE Milano

Una ricetta per ripensare il consumo, non come un’indulgenza privata ma come un atto collettivo di cura, per i corpi e le ecologie che ci sostengono.

Surplus-Taste ci invita ad entrare in una caleidoscopica festa del consumo, dove il cibo non è più sostentamento ma spettacolo, un miraggio scintillante di desideri e contraddizioni. In questa videoinstallazione multicanale, il paesaggio da sogno turistico del patrimonio culinario italiano viene reimmaginato come un carnevale di sovrastimolazione. È una provocazione, una satira e un appello a districarci nell’estetica del gusto.

Qui l’“autentico” è smascherato come un ologramma, un costrutto nato dalla fame di perfezione del capitalismo e dall’incessante bisogno di esibire la tradizione. Gli schermi si scontrano e si confondono, contendendosi lo sguardo come trattorie rivali su una strada acciottolata, ognuna delle quali urla con toni vivaci: Guarda! Assaggia! Credi!

In questo paesaggio surreale di cibo senza cibo, Surplus-Taste ci spinge a confrontarci con i legami che abbiamo instaurato con il consumo. Siamo in comunione con la Terra, con le mani che impastano la pasta e con il terreno che fa nascere il grano, o semplicemente sedotti da superfici lucide che promettono più di quanto possano mantenere?
L’installazione chiede cosa significhi essere responsabili nei confronti delle ecologie dei nostri appetiti. Non rimprovera, ma ammicca, ride “seriamente” e trasforma l’assurdità del nostro eccesso in uno specchio strano e agrodolce.

In un mondo in cui la sostanza materiale del cibo è divorata dal suo luccichio simbolico, Surplus-Taste ci ricorda che la parentela inizia con il notare. Notando ciò che mangiamo, ciò che desideriamo e ciò che ignoriamo.

è una cosa seria?

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