Suzanne Craviari — A Contaminated Garden of Our Own

di BASE Milano

A Contaminated Garden of Our Own è un atto di semina speculativa, un intreccio disordinato e intenzionale di parentela tra corpi, piante e terre inquinate.

Radicato nelle storie intrecciate dell’erboristeria e dell’ecofemminismo, questo progetto abita l’ambiguità dei rimedi e dei veleni in un mondo post-naturale. È un giardino di riparazione, dove le eredità tossiche dell’industria incontrano la resilienza dei semi e la saggezza dei corpi da tempo in sintonia con la terra.

Su terreni contaminati si piantano erbe medicinali, non per raccogliere ma per imparare. Queste diventano allo stesso tempo rimedio e rischio, con le loro foglie contaminate dagli agenti inquinanti dell’ambiente. Qui il giardino resiste alla purezza, diventa uno spazio di alleanze ambigue, che chiede: possiamo tenere nella stessa mano sia la cura che il veleno? Possiamo fare la pace con ciò che è stato contaminato?

A Contaminated Garden of Our Own È una pratica che consiste nell’affrontare i problemi, nel confrontarsi con il modo in cui le sostanze inquinanti si infiltrano nel suolo e nei corpi, sconvolgendo i sistemi ormonali e sfidando i confini di ciò che chiamiamo salute. Un giardino contaminato resiste alla svalutazione della conoscenza delle piante tramandata da generazioni, reclamando l’atto di piantare come un atto di sfida e di cura di fronte alla rovina industriale.

L partecipanti sono invitati a seminare semi di alleati medicinali, co-creando un giardino che prospera nel paradosso della contaminazione. Attraverso profumi, immagini e storie, il progetto coltiva una parentela multisensoriale con il suolo, le piante e i corpi umani e più-che-umani modellati dal loro intreccio. Si tratta di un bene comune speculativo, in cui la conoscenza viene rianimata e condivisa, e la riparazione è immaginata non come una purificazione ma come una rinegoziazione delle relazioni.

Il giardino ci insegna che la parentela non si basa su legami incontaminati, ma sull’abitare la complessità, abbracciando un mondo in cui rimedi e veleni coesistono e la riparazione è una pratica continua e imperfetta.


IN COLLABORAZIONE CON
Frank de Wind, TextielLab

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