Motus / Stanze Daemon

performance

«In questo luogo senza linguaggio, la mia rabbia è un delirio silenzioso».

𝙈𝙞𝙨𝙚𝙧𝙖𝙗𝙡𝙚 𝙈𝙤𝙣𝙨𝙩𝙚𝙧 – 𝘿𝙚𝙢𝙤𝙣𝙞𝙖𝙘𝙖𝙡 𝙘𝙤𝙧𝙥𝙨𝙚 – 𝙃𝙞𝙙𝙚𝙪𝙨 – 𝙐𝙜𝙡𝙮 – 𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡 – 𝙑𝙞𝙡𝙚 𝙞𝙣𝙨𝙚𝙘𝙩 – 𝘿𝙖𝙚𝙢𝙤𝙣 – 𝘼𝙗𝙝𝙤𝙧𝙧𝙚𝙙 𝙢𝙤𝙣𝙨𝙩𝙚𝙧 – 𝙒𝙧𝙚𝙩𝙘𝙝𝙚𝙙 𝙙𝙚𝙫𝙞𝙡 – 𝘼𝙗𝙝𝙤𝙧𝙧𝙚𝙙 𝙙𝙚𝙫𝙞𝙡 – 𝘿𝙚𝙩𝙚𝙨𝙩𝙚𝙙 𝙛𝙤𝙧𝙢 – 𝙊𝙙𝙞𝙤𝙪𝙨 𝙘𝙤𝙢𝙥𝙖𝙣𝙞𝙤𝙣 – 𝙋𝙤𝙤𝙧, 𝙝𝙚𝙡𝙥𝙡𝙚𝙨𝙨, 𝙢𝙞𝙨𝙚𝙧𝙖𝙗𝙡𝙚 𝙬𝙧𝙚𝙩𝙘𝙝 – 𝙈𝙞𝙨𝙚𝙧𝙖𝙗𝙡𝙚, 𝙪𝙣𝙝𝙖𝙥𝙥𝙮 𝙬𝙧𝙚𝙩𝙘𝙝 – 𝙃𝙞𝙙𝙚𝙤𝙪𝙨 𝙢𝙤𝙣𝙨𝙩𝙚𝙧 – 𝙐𝙜𝙡𝙮 𝙬𝙧𝙚𝙩𝙘𝙝 – 𝙁𝙞𝙚𝙣𝙙- 𝙈𝙮 𝙛𝙞𝙚𝙣𝙙𝙞𝙨𝙝 𝙚𝙣𝙚𝙢𝙮 – 𝙈𝙞𝙨𝙚𝙧𝙖𝙗𝙡𝙚 𝙛𝙞𝙚𝙣𝙙 – 𝙎𝙘𝙤𝙛𝙛𝙞𝙣𝙜 𝙙𝙚𝙫𝙞𝙡 – 𝙏𝙧𝙚𝙢𝙚𝙣𝙙𝙤𝙪𝙨 𝙗𝙚𝙞𝙣𝙜 – 𝙃𝙮𝙥𝙤𝙘𝙧𝙞𝙩𝙞𝙘𝙖𝙡 𝙛𝙞𝙚𝙣𝙙

DAEMON è uno dei modi con cui viene marchiata l’anima della Creatura di Frankenstein: un essere senza nome e senza storia, definito solo attraverso lo sguardo altrui, che prende finalmente voce, corpo e rabbia. Un rave di immagini, suoni e ribellioni tra nebbie gotiche e desideri inascoltati: in questa performance, Motus interroga le origini dell’odio e della trasformazione, quel “click” che converte l’amore in violenza, la benevolenza in furore, la solitudine in rivolta.

Tra allucinazione e urgenza politica, incubi lucidi e visioni febbrili, allucinazioni gotiche, tra nebbie e riflessi acquatici, rave immaginari e danze rabbiose, DAEMON si fa simbolo di tutte le soggettività marginali, demonizzate; Shelley e la Creatura si confondono in un dialogo continuo, mentre si profila la figura dell’essere inseguito, braccato, come un cervo spaventato. In questo tempo oscuro, la voce della Creatura è necessaria più che mai. Una voce dissidente, marginale, che reclama il diritto di esistere e di infiammare il mondo con la sua rabbia.

Il lavoro di Motus affonda nel cuore oscuro del mito di Frankenstein per raccontare il momento esatto in cui la creatura comprende la propria condizione di reietto.
Dopo Frankenstein (a love story), questo nuovo capitolo si configura come un preludio visionario al secondo movimento del progetto, Frankenstein (a History of Hate), in debutto nel 2025.

 

Bio

Fondata nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, Motus è una compagnia indipendente e nomade che ha fatto del movimento tra linguaggi, paesi e conflitti la propria cifra artistica. Radicata in una forte tensione politica e poetica, Motus attraversa le ferite del presente con opere che fondono teatro, danza, musica e arti visive. Ha lavorato su autori come Genet, Fassbinder, DeLillo, Beckett e Pasolini, dando vita a spettacoli che hanno segnato la scena contemporanea.

La compagnia continua a interrogare temi di confine, identità e insubordinazione con lavori come “MDLSX”, “Panorama” e “Tutto Brucia”, affrontando le figure femminili del tragico e i margini del visibile con radicale intensità.

Stanze è una rassegna diretta da Alberica Archinto e prodotta da Teatro Alkaest, che porta il teatro là dove solitamente non c’è. Musei, giardini, gallerie, palestre, studi d’artista e luoghi nascosti si trasformano in palcoscenici inaspettati. Accogliamo progetti inediti o in fase di studio, offrendo agli artistə della scena contemporanea uno spazio vivo in cui sperimentare, tra l’intimità delle prove e il primo incontro con il pubblico. Ogni appuntamento è cucito su misura, in dialogo con lo spettacolo e con il luogo che lo ospita. Così il teatro esce dai suoi confini abituali, avvicinando anche chi non lo frequenta, e dissolvendo la distanza tra artista e spettatorə.

Credits

Con: Enrico Casagrande e Alexia Sarantopoulou
Regia e drammaturgia: Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
Luci e video: Daniela Nicolò, in collaborazione con Eduard Papescu
Musiche: Demetrio Cecchitelli, Jessica Moss, Deli girls
Fonica: Martina Ciavatta
Produzione Francesca Raimondi
Organizzazione e logistica: Shaila Chenet
Promozione: Ilaria Depari
Comunicazione: Dea Vodopi
Distribuzione internazionale: Lisa Gilardino

Una produzione Motus in collaborazione con Rimi/Imir-Scenkunst, Norway
Con il supporto di Basso Profilo nell’ambito del progetto Support Strucutres

Foto di: Matteo Cattabriga
Courtesy Basso Profilo

  • Durata 60'

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