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DAEMON รจ uno dei modi con cui viene marchiata lโanima della Creatura di Frankenstein: un essere senza nome e senza storia, definito solo attraverso lo sguardo altrui, che prende finalmente voce, corpo e rabbia. Un rave di immagini, suoni e ribellioni tra nebbie gotiche e desideri inascoltati: in questa performance, Motus interroga le origini dell’odio e della trasformazione, quel “click” che converte l’amore in violenza, la benevolenza in furore, la solitudine in rivolta.
Tra allucinazione e urgenza politica, incubi lucidi e visioni febbrili, allucinazioni gotiche, tra nebbie e riflessi acquatici, rave immaginari e danze rabbiose, DAEMON si fa simbolo di tutte le soggettivitร marginali, demonizzate; Shelley e la Creatura si confondono in un dialogo continuo, mentre si profila la figura dell’essere inseguito, braccato, come un cervo spaventato. In questo tempo oscuro, la voce della Creatura รจ necessaria piรน che mai. Una voce dissidente, marginale, che reclama il diritto di esistere e di infiammare il mondo con la sua rabbia.
Il lavoro di Motus affonda nel cuore oscuro del mito di Frankenstein per raccontare il momento esatto in cui la creatura comprende la propria condizione di reietto.
Dopo Frankenstein (a love story), questo nuovo capitolo si configura come un preludio visionario al secondo movimento del progetto, Frankenstein (a History of Hate), in debutto nel 2025.