Cosimo Lorenzo Pancini è un type designer fiorentino che crea font utilizzati e diffusi in tutto il mondo. Designer multidisciplinare e fondatore dello studio fiorentino Kmzero, Pancini spazia tra web, art direction editoriale, illustrazione e motion animation per la realizzazione di clip pubblicitari, videoclip e cortometraggi ed è docente all’Istituto Europeo di Design di Firenze. È un vero appassionato di calligrafia e con la sua foundry digitale Zetafonts realizza caratteri tipografici scaricati da oltre 15 milioni di utenti e utilizzati da clienti quali Google, Coca Cola Company, AT&T Usa, Target Australia, Netflix. Anche se, per sua stessa ammissione, saper fare tante cose oggi, nella nostra cultura della creatività, non è per forza una cosa positiva, perché la specializzazione “paga”, lui è senza dubbio un uomo dai molti talenti.
Cosimo Lorenzo Pancini è stato ospite nel “salottino” di Wunderkit il 10 dicembre 2019.
Il suo kit è la prova che le cose più belle non si fanno da soli.
Il Wunderkit di Cosimo Lorenzo Pancini a Impact Hub Firenze
FILM SU CARTA DA CALCOLATRICE
Il primo oggetto che ho portato risale a 43 anni fa! Con la mia amica Susanna, vicina di casa dell’epoca, scoprimmo sul Manuale delle Giovani Marmotte che si poteva fare il cinema in casa con una scatola da scarpe e i rulli di una calcolatrice da tavolo, facendoli scorrere con due matite dietro una “finestra” quadrata ritagliata al centro della scatola. Decidemmo di fare un esperimento, andando subito su un grande classico: Robinson Crusoe.
Oltre a rappresentare il primo contatto della mia vita con qualcosa di digitale (la calcolatrice da tavolo), questo oggetto è la dimostrazione pratica che già a 7 anni avevo scelto di “collaborare artisticamente” con altre persone… probabilmente perché Susanna era brava a disegnare e io no! Per la gioia dei nostri genitori, pubblico obbligato, passammo poi a sceneggiare Don Chisciotte, prima di lanciarci in un crossover: La famiglia Addams contro l’orso Yoghi (ma andavano anche sul Titanic)!
Al quarto film, ci sentivamo pronti per affrontare un colossal (genere molto in voga all’epoca): la Sacra Bibbia. Ma l’entusuasmo si esaurì prima del rotolo e se la Genesi splende di colori brillanti, il Nuovo Testamento purtroppo è rimasto in bianco e nero!
Non apro questa scatola da un sacco di tempo e a rivedere ora questi film mi viene voglia di farci una gif animata di un’ora e un quarto!
Questo oggetto racconta bene la mia provenienza dai “vecchi media” e spiega perché mi piace passare dall’uno all’altro.
LETTERE TRASFERIBILI
Amavo tantissimo i fumetti e, dato che disegnavo così così, facevo dei gran titoli, disegnandoli o usando i trasferibili, che erano la mia passione. Il destino già mi stava suggerendo che la mia strada erano i caratteri tipografici, ma io non lo ascoltavo e mi ostinavo a voler disegnare.
Invece di chiedere giocattoli, ai miei genitori chiedevo come regalo i cataloghi di trasferibili e poi ho sempre continuato a raccoglierli e a collezionarli. Qui per esempio ho portato l’Estro della Nebbiolo (1961), un carattere inverter contrast che oggi andrebbe tantissimo di moda, e il Forma… capolavori della tipografia italiana oggi quasi sconosciuti.
Il Forma per esempio è stato disegnato negli anni Sessanta dal top della grafica italiana (Norda, Munari…) a cui la Nebbiolo aveva commissionato il carattere del futuro, “definitivo”. L’ha ridisegnato di recente David Jonathan Ross, designer americano. Gli spedirò questo foglio di trasferibili!
UNO SKETCHBOOK CON “GIGI-PEN”
Quella per il fumetto è un’altra delle mie passioni che non si è mai spenta e ovviamente lo sketchbook è un mio compagno onnipresente. Questo in particolare, è accompagnato da una penna Pilot G-tech 400, che è la penna che usa Gipi per disegnare e quindi è conosciuta nell’ambiente dei fumettisti come “Gipi-pen”… ogni tribù ha il suo linguaggio!
Con il mio amico illustratore Simone Massoni [già ospite a Wunderkit il 26 novembre scorso, ndr], abbiamo cominciato a portarci dietro lo sketchbook anche quando uscivamo a cena con gli amici e così i miei taccuini (questo è uno dei miei 40 sketchbook) sono pieni di contributi di altri, da Luca Barcellona a Bomboland, e mi sono ben presto reso conto che, disegnando con amici bravi, il mio sketchbook diventava più figo… anche se poi quando lo faccio vedere, alle persone piacciono sempre i disegni degli altri più dei miei!
Dentro c’è anche un esempio del periodo in cui avevo deciso di fare pop-up: un altro messaggio del destino, però sbagliato.
Uno degli amici con cui disegnavo era Alberto Pagliaro, con cui ho fondato una scuola di fumetti [la Scuola dei Comics] che è durata vent’anni. Insegnare è uno dei modi che ho trovato per continuare a fare l’artista. Quando insegni qualcosa impari tantissimo: è un modo per continuare a studiare e per incontrare persone che condividono le tue passioni.
TIMBRO CON “TESTAMANO”
Con un gruppo di miei allievi della Scuola dei Comics si era creata un’amiciza, e una sera che eravamo in pochi a cena insieme, bidonati dagli altri, ci siamo autonominati, grazie a un lapsus molto divertente, “i coglionigli”.
Da lì a creare una galleria di buffi personaggi ibridi, che poi sono stati usati per una performance sulla creatività per il Comune di Firenze, il passo fu breve!
Questo timbro fa parte di una serie di timbri con queste strane creature che feci fare come regalo di Natale per i miei amici. Non si tratta in realtà di un “coglioniglio”, ma di un “testamano”, in cui un po’ mi riconosco.
Come per gli altri oggetti, anche in questo caso l’aspetto che me lo fa amare non è solo l’aver disegnato questi personaggi da fumetto, ma l’aver disegnato con degli amici: è la cosa su cui ho più riflettuto nello scegliere i cinque oggetti del mio wunderkit, insieme al fatto che per me non esiste assolutamente un confine tra la vita e il lavoro.
CONTENITORE DI SABBIA DEL NEVADA PER CLESSIDRE CHE NON FUNZIONANO
Nel 2014 sono andato nel deserto del Nevada a un festival che si chiama Burning Man [https://burningman.org/], una specie di “campeggio” in cui ti trovi nel mezzo di una città di 70mila anime che vive solo per una settimana, per la durata del festival. Un’esperienza totalmente antitetica alla mia quotidianità, organizzata e immersa nel digitale (il mio gesto tipico la mattina prima di uscire di casa è tastare le tasche: chiavi-portafogli-cellulare).
Posso sfatare un mito sul fatto che giri tanta droga a questo festival: in realtà non ce n’è neanche tanto bisogno perché già le persone che ci trovi sono stupefacenti. Io per esempio mi sono alzato una notte per andare in bagno e mi passa davanti una bicicletta con sopra un tizio nudo con una tuba in testa, e la bicicletta aveva delle ali e sputava fuoco.
Quando sono tornato, mi sono portato via un po’ di sabbia, con l’intenzione di farne delle clessidre da regalare, per onorare la cultura del dono (un po’ utopica e fricchettona, forse, ma molto bella) che è alla base del festival, per poi scoprire che la sabbia del Nevada non funziona nelle clessidre (così come ho scoperto di non essere tipo da stare nel deserto!).
Le parole sagge di Cosimo?
“Il destino ti dice sempre cosa dovrai fare, ma tu non lo ascolterai mai”.
L’ultimo progetto “partorito” da Cosimo Lorenzo Pancini è un libro per bambini per sperimentare il lettering con i personaggi dei film di animazione. Il titolo: Art of Hand Lettering Love: An inspirational workbook for creating beautiful hand-lettered art about LOVE, Disney 2019