Dispositivi, innesti, protesi per relazionarsi diversamente con la città e nella città.
Ri-progettare gli “spazi tra”, i luoghi porosi di scambio e contatto e il loro significato.
Immaginare nuovi legami con la città e chi la abita, nuovi punti di vista e nuove funzioni.
BASE chiama a riprogettare le soglie, i confini, partendo proprio da qui, uno spazio di ricerca che vive la città stessa come ambiente di lavoro e sperimentazione.
Chiuso o aperto? Pubblico e privato, centro culturale e città, casa e soglia, limite e sconfinamento.
Progetti site-specific dedicati a far emergere le differenze abbattendo le polarità, stando “fra”, prendendosi cura delle sfumature. Spazi di connessione su piccola e grande scala.
WE WILL DESIGN | LE RESIDENZE 2022-2023
Per l’edizione 2022-2023 BASE ha promosso con il supporto di Regione Lombardia, una call per residenze nell’ambito del progetto We Will Design, definendo un ambito di ricerca ampio, che spazia dal design all’arte digitale, dall’architettura al graphic design, fino ad arrivare alla sociologia e antropologia.
E allora chiedersi: qual è il ruolo del design in questo scenario contemporaneo controverso?
I PROGETTI IN RESIDENZA
ANALOGIQUE | FR.OG.
— Una collezione di OGgetti FRugali
FR.OG. (una collezione di oggetti frugali) suggerisce un’amplificazione del tema dell’architettura minore, fornendo le linee guida per la stesura di un racconto nuovo che intreccia la storia stratificata di uno spazio fisico (BASE), le tracce, le addizioni, i segni, e i nuovi usi che, nel tempo ristretto delle attività temporanee, stravolgono il luogo, determinando nuove collisioni e rivelando possibilità altre.
A pretesto, gli usi individuano il focus del progetto, piccoli dispositivi mobili si materializzano in una sequenza di oggetti-azione dove far convergere narrazione, gioco, cinema, musica, teatro, arte e tecnologie digitali, operando in ambiti che spaziano dalle industrie creative alla tutela e valorizzazione dei beni comuni. Un catalogo di 9 oggetti/personaggi definisce nuove possibilità, attraverso una moltiplicazione degli usi, e lavora con diversi step temporali, intrecciando sostenibilità economica ed effettive necessità. L’obiettivo del progetto è quello di determinare un processo di relazioni tra BASE Milano, il tessuto urbano circostante e gli abitanti, un’azione che lavora per step temporali, che si plasma sulla naturale metamorfosi di una porzione di città.
DAVIDE TAGLIABUE
Il progetto interpreta il concetto di soglia come luogo dell’incontro, della decisione, del passo tra pubblico ad intimo. Il luogo del primo bacio o del saluto, della decisione se sarà l’unico o solo il primo appuntamento, della tensione tra l’intravedere o lo scoprire l’intimità di uno spazio domestico e, per questo, più vero e descrittivo di chi abbiamo davanti.
Lo stesso domestico la cui poesia intravediamo dalle finestre accese la sera, come una porta socchiusa su un mondo che ci è precluso in quanto estranei ed esterni, ma al tempo stesso affascinante in quanto solo accennato e, per un momento, percepito come accessibile.
Questo concetto è tradotto in un’installazione che prende la scala come simbolo di questa poesia, elemento che nello spazio urbano spesso acquisisce la fluidità del pubblico e privato assieme, da luogo di transito ed ingresso al mondo domestico a luogo di sosta in cui si vive lo spazio comune. Quante volte ci siamo sentiti dire: “spostatevi dagli scalini che devo passare?”
L’installazione porterà quindi a definire una nuova prossemica tra l’esterno di BASE e il suo intimo, invitando gli “estranei ed esterni” a sbirciare al suo interno dalle finestre e, perché no, a sostare in loro prossimità; a scoprire cosa succede al suo interno senza quella che spesso è percepita come una “fatica” o un impegno nel decidere di varcarne la soglia.
Un avvicinamento più sottile e composto volto a suscitare curiosità e desiderio di scoperta.
La forma, dimensione e posizionamento dell’installazione saranno discusse con il team curatoriale nella prima settimana di residenza, tenendo conto dell’eventuale possibilità o meno di occupazione parziale dello spazio pubblico esterno, prendendo in considerazione sia la possibilità di un dispositivo mobile utilizzabile durante gli eventi che di un’installazione fissa e caratterizzante.