date |
21/07/2021
at 21:45
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price | 7 € // biglietti |
19
Lug
Il 21 luglio GAIA incontra Mombao. Gaia, l’installazione di 6 metri di diametro della Terra ad opera di Luke Jerram ci offre un nuovo punto di vista, per tornare a guardare la nostra umanità con sguardo antropologico, offrendoci la possibilità di osservarci come fossimo altro da noi, facendoci sentire la fragilità degli equilibri in cui viviamo.
Mombao, un progetto ibrido di ricerca musicale e performativo, crea una nuova narrazione non soggetta a vincoli di spazio e tempo e aiuta ad immaginare un nuovo possibile futuro, non basato sulla paura o sull’evidenziare una problematica della contemporaneità ma scuotendo il livello dell’azione, del corpo e provando a delineare un’estetica costruttiva con cui immaginare un mondo nuovo.
Così Mombao e Gaia si incontrano, uno ai piedi dell’altra e con entrambi i piedi ben piantati nel nostro meraviglioso ecosistema.
MOMBAO
Mombao è un duo di sintetizzatori, batteria e voci composto da Damon Arabsolgar (Italia/Germania/Iran) e Anselmo Luisi (Italia, ha suonato con Le Luci della centrale elettrica, Selton, Virtuosi del Carso – band di Paolo Rossi); la loro musica è fortemente orientata alla trans-territorialità ed alla trasversalità linguistica.
La loro ricerca li porta a mescolare nelle loro performance delle modalità di fruizione a metà tra un concerto rock e un rituale, con una particolare attenzione all’elemento partecipativo. Dalle esperienze dei loro tour nasce il desiderio di sviluppare un linguaggio musicale e performativo che sia in grado di attraversare i confini e le differenze culturali per colpire direttamente la parte più primordiale dell’umano, il suo inconscio primitivo, il suo bisogno ancestrale di ritualità. L’obiettivo della loro ricerca è quello di realizzare un genere di musica popolare che non appartiene a nessuna cultura ma che le abbraccia tutte.
Parte del lavoro di Mombao consiste nella ricerca di antichi canti popolari per ricontestualizzarli in una matrice rock/elettronica performativa, in modo da sintetizzare una tradizione popolare archetipica che attraversa i confini, attraversa le epoche e si posiziona in un punto non specificato dello spazio e del tempo. Ricontestualizzare queste musiche è un atto di rianimazione artistica e contemporaneamente un’azione politica in quanto permette a persone di diverse culture di ritrovarsi all’interno di un’unica comunità, quella umana.
“Abbiamo visto persone di ogni background battere le mani con noi, cantando una lingua che non conoscevano in un meraviglioso atto di unione e comunità.” Questo percorso permette di creare una nuova narrazione non soggetta a vincoli di spazio e tempo e aiuta ad immaginare un nuovo possibile futuro, non basato sulla paura o sull’evidenziare una problematica della contemporaneità ma scuotendo il livello dell’azione, del corpo e provando a delineare un’estetica costruttiva con cui immaginare un mondo nuovo.